25 ottobre 2006
Acne
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21 ottobre 2006
Acne
gentile dottore, ho bisogno di un consiglio. Ho quasi 34 anni, e da circa dieci anni combatto con un'acne all'inizio fortissima. Avevo delle ciste così grosse e dolorose che non riuscivo neanche a poggiare la testa sul cuscino. Sono una bella rgazza, ma solo chi ha sofferto di acne può capire cosa significhi: la gente che ti dice di mangiare meno cioccolata, tante visite sprecate, tanti soldi buttati in creme, cremine, pillole (anche il diane e sette chili in più) e antibiotici che mi fanno venire pure la candida. Infine, nel 2002, dopo una cura di sei mesi, l'incubo finisce. Un dermatologo della città dove vivono i miei genitori mi aveva prescritto il roaccutan, con le dovute analisi. Ho pensato a un miracolo, all'improvviso la mia pelle era bellissima, i miei capelli non grassi. . . Insomma tutto bene, fino all'anno scorso. Tornano i brufoli, ahimè. Non così grossi e dolorosi, ma sempre brufoli. A roma dove abito vado da una dermatologa spiegandogli il problema e ricasco nelle cremine. A ottobre mi stufo e torno dal mio vecchio dermatologo, con le analisi già in mano. Questa volta mi prescive l'aisoskin, dicendomi che, secondo lui, lo leveranno presto dal commercio. . . Vado a farmelo prescrivere dal mio medico di base qui a roma. Che, con grande stupore da parte mia, mi guarda malissimo. Dice che questo farmaco non si può prendere, che serve per l'irsutismo, che il dosaggio (30 mg) è troppo alto, che lei a un'altra ragazza non l'ha prescritto, e alla fine dice che la ricetta è scritta male e mi manda via così. Vado via allibita. Sapevo che i medici non amano questo farmaco, ma insomma, molti farmaci sono rischiosi. . . A casa il mio ragazzo, che è dentista, mi dice che il medico ha avuto ragione, che prendendo questo farmaco rischio un'epatite fulminante, in una settimana muoio, che la seconda volta è ancora più rischioso. . . Sono allibita. Ora su internet ho cercato notizie, e non ho trovato niente di così spaventevole, anche leggendo tutte le controindicazioni. In più mi fido del mio vecchio dermatologo, che ha curato un sacco di gente, anche mia sorella, che è stato anche il mio medico di base, e che fra l'altro dice che il roaccutan non fa gli interessi di chi produce creme e cremine. . . Io non voglio avvelenarmi, ma curarmi. Cosa fare? e se decido di prenderlo, dovrò andare in una asl da un altro dermatologo, ma se poi questo ricomincia a trattarmi come fossi una drogata in cerca di una dose? Spero in una sua risposta. Ma poi, è possibile un "obiezione di coscienza" per un farmaco interamente mutuabile??? LauraRisposta del 25 ottobre 2006
Risposta a cura di:
Dott. MAURIZIO BEVILACQUA
il suo medico di famiglia, per correttezza deontologica e civile, avrebbe dovuto contattare il suo dermatologo ed esprimere le sue perplessità.
Sarebbe stata l'occasione per affermare le sue certezze o, più probabilmente per imparare qualcosa di una branca dove imperano i luoghi comuni e i preconcetti.
Ribaltando le posizioni il suo dermatologo potrebbe (nell'interessa della sua paziente), scrivere una lettera al suo medico di famiglia adducendo più dettagliata diagnosi e la motivazione della scelta. . .
prescrivo isotretinoina da circa 20 anni in pazienti ben selezionati e non ho mai riscontrato nulla di ciò che lei scrive.
A ciascuno le decisioni che gli competono per formazione professionale.
Dott. Maurizio Bevilacqua
Casa di cura privata
Specialista attività privata
Universitario
Specialista in Dermatologia e venereologia
Specialista in Microbiologia e virologia
SANTA MARIA CAPUA VETERE (CE)
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