15 marzo 2005
Fumo
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12 marzo 2005
Fumo
Salve, volevo fare una precisazione per quanto riguarda la risposta del dottor Alessandro Ahrens alla mia domanda precedente. Ho notato che ho sbagliato nel porre la domanda, in quanto parlavo del binomio fumo passivo-cancro, per il quale effettivamente non esiste correlazione statisticamente significativa (da tutti gli studi mai effettuati si trova un aumento di rischio medio del 30%, completamente insufficiente in caso di epidemiologia fattoriale), almeno a quanto mi pare. E in ogni caso questo rischio è il più elevato riscontrato nel correlare il fumo passivo con qualsiasi altra patologia. Sbaglio? Inoltre, so che il fumo è assolutamente correlabile con molti tipi di cancro, ma non è forse vero che 1) i dati statistici non provano causalità inconfutabile, 2) il fumo, in quanto contenente monossido d'azoto, è vasodilatatore, 3) il fumo protegge dall'Alzheimer e dal Parkinson, 4) il 90% degli ultracentenari è fumatore, 5) il 60-70% degli ultrasettantenni muore di qualche cancro, in generale ai polmoni o al cavo orale se fumatori, e di altro tipo se non fumatori. GrazieRisposta del 15 marzo 2005
Risposta a cura di:
Dott. GIOVANNI MIGLIACCIO
Caro ragazzo,
si può anche essere d'accordo che il fumo non sia la sola causa delle malattie cardiocircolatorie e dello sviluppo dei tumori dell'apparato respiratorio, ma questo non può essere un alibi per iniziare o continuare a fumare.
Infatti, a prescindere dall'incidenza del fumo nelle suddette malattie, la deprivazione da fumo fa vivere meglio poichè si ha una capacità respiratoria migliore, evita i disturbi della Bronchite cronica (catarro, raucedine ecc. ), si hanno prestazioni fisiche, quelle sessuali comprese, molto più valide e soddisfacenti.
E poi che ti serve eventualmente non ammalarti di Parkinson se magari già prima dell'età di insorgenza del Parkinson (quindi prima dei 50 anni in media) dovrai rinunciare al piacere di una bella passeggiata in montagna o a una bella nuotata o. . . A una bella ragazza?
Un caro saluto
Dott. Giovanni Migliaccio
Medico Ospedaliero
Specialista in Neurochirurgia
MILANO (MI)
Risposta del 15 marzo 2005
Risposta a cura di:
Dott. DANIELE POZZESSERE
Gentile utente,
lei ha perfettamente ragione, la statistica non è sinonimo di certezza. Dagli studi in tal senso però emerge che il fumo di sigarette costituisce la causa predominante essendo responsabile dell'85-90% dei nuovi casi. La relazione causale tra fumo e comparsa di carcinoma bronchiale si esprime con un evidente rapporto dose-effetto dove il rischio di tumore aumenta progressivamente con il numero di sigarette fumate e la durata del "vizio". Il rischio di carcinoma broncogeno in soggetti che hanno fumato più di 40 sigarette al giorno è 60 volte più alto rispetto ad un non fumatore. Il fumo passivo è associato ad un incremento del rischio di sviluppara un tumore polmonare che va dal 20 al 50%. Il processo di cancerogenesi fortunatamente richiede un lungo periodo di esposizione che va da un minimo di 20 anni ad un massimo di 40-50 anni dopo l'inizio dell'abitudine al fumo.
Si può anche non credere alla statistica, esistono però dati epidemiologici che negli ultimi decenni stanno descrivendo le variazioni dell'incidenza del tumore polmonare che guarda caso coincidono con le variazioni dell'abitudine al fumo di sigaretta. Infatti negli ultimi tempi tale abitudine è meno frequente da osservare nell'uomo mentre è molto più frequente nelle donne; l'incidenza del tumore polmonare sta aumentando nelle donne!
Cordiali saluti
Dott. Daniele Pozzessere
Medico Ospedaliero
Specialista in Oncologia
PRATO (PO)
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