04 dicembre 2014
Elogio della lentezza
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Un libro da leggere... lentamente. Da interiorizzare e fare proprio. Perché è della qualità della vita che parla Lamberto Maffei, direttore dell'Istituto di neuroscienze del Cnr e professore di Neurobiologia presso la Scuola normale superiore di Pisa, in Elogio della lentezza (Edizioni Il Mulino, 12,00 euro, 146 pp). Per Maffei qualità della vita significa far prevalere il "pensiero lento" sul "pensiero rapido", e proprio nel nostro tempo in cui imperversano comunicazioni veloci, tramite mail, tweet, sms. Il pensiero rapido è quello delle reazioni automatiche, o quasi, all'ambiente esterno, ma la modalità del sistema lento è quella da privilegiare, quella propria dell'uomo, «inerente al controllo dell'individuo sulla sua vita, alle sue scelte di uso del tempo a disposizione e ai suoi rapporti con gli altri uomini». E invece viviamo in una frenesia visiva e cognitiva dai tratti patologici. Corriamo alla mattina per arrivare prima al lavoro; seguiamo velocemente un progetto, eseguiamo rapidamente un compito; mangiamo un boccone al volo; rientriamo di corsa a casa. Tutto perché poi "abbiamo tante cose da fare"; e dopo cena, non riusciamo a fare più niente perché siamo troppo stanchi e ci addormentiamo di fronte alla tv. E l'indomani si riparte. A causa della nostra fretta «il tempo ha subìto un'accelerazione e la fine della vita arriva prima e, forse per questo, allungando la durata della vita, la medicina ha messo più tempo a disposizione per percorrerla, affinché si abbia l'impressione che la "passeggiata" duri lo stesso tempo». Cosa ha causato tutto questo? Maffei punta il dito contro il consumismo, che fa apparire essenziale ciò che è effimero e fa nascere bisogni dove ci sono solo sfizi. Insomma, nulla di veramente appagante, ma che al contrario lascia solo ansia e frustrazione, da superare illusoriamente con un nuovo acquisto. La società che ne esce è quella in cui non c'è più progetto e pianificazione, tutto è provvisorio, anche le relazioni, e viene a prevalere l'interesse economico, che spingerà verso continui consumi inutili, calpestando «valori, cultura e diritti». È tempo di riprendersi il nostro tempo, per coltivare tutti questi comportamenti, che ridaranno dignità all'uomo e a questa nostra convulsa società.
Ilaria Pedretti
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