11 marzo 2011
Aggiornamenti e focus
Psoriasi, da patologia della pelle a malattia sociale
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La psoriasi condiziona le scelte lavorative e la carriera, ma anche le sfere più intime e personali: il 40% dei pazienti che ne soffre in forma da moderata a grave ritiene infatti che la malattia abbia limitato seriamente le proprie aspettative e i progetti di lavoro e carriera, mentre per una persona su 4 (il 27%) la patologia ha penalizzato le opportunità di avanzamento professionale e circa il 22% afferma di aver subito penalizzazioni nelle proprie potenzialità di guadagno. La malattia si delinea sempre più come sociale, stando al quadro delineato nel progetto Daniele, primo studio, promosso da Abbott, che valuta l'impatto della psoriasi moderata/grave sulla qualità di vita del paziente. La ricerca è stata condotta su 787 pazienti in 29 centri dermatologici specializzati. Dallo studio è emerso inoltre che il costo, in termini di giornate di lavoro perse, dei circa 200 mila pazienti gravi è pari a 400 milioni di euro l'anno. «I risultati di questo studio» diceFabio Ayala, direttore della Clinica dermatologica dell'Università Federico II di Napoli e coordinatore dello studio «ci confermano che la psoriasi non è solo una malattia cutanea». Quanto alle terapie, Ayala ricorda che per i malati gravi ci sono quelle tradizionali (come la fototerapia e i farmaci), e nei casi in cui queste non siano praticabili ci sono i farmaci biologici «in grado di bloccare o rallentare notevolmente i sintomi collegati alla malattia. Il messaggio che vogliamo dare» aggiunge «è che il trattamento sia avviato il più presto possibile e che sia il più personalizzato possibile, sia con i farmaci tradizionali che con quelli biologici».
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