Il selenio non riduce il rischio di cancro

11 maggio 2011
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Il selenio non riduce il rischio di cancro



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Sul ruolo del selenio nella prevenzione del cancro da tempo circolano informazioni contrastanti, sono molte, infatti, le indagini che avrebbero evidenziato la possibilità di combattere la malattia in questo modo. E in molti casi questo minerale antiossidante, che si trova nel pesce, nella carne, nei cereali e nelle uova, è stato dipinto come possibile prevenzione primaria del cancro, con relativa corsa al consumo delle patate arricchite al selenio o degli integratori in pillola. A mettere fine ai dubbi e alle relative polemiche arriva una revisione sistematica Cochrane che sancisce la mancanza di effetto protettivo, perlomeno nei confronti di due tipi di tumore: il tumore della pelle (non melanoma) e quello della prostata. Anzi la revisione evoca la possibilità che assumere selenio per un periodo di tempo molto lungo possa comportare effetti tossici.

La revisione Cochrane ha preso in esame sei studi sperimentali che hanno valutato gli effetti degli integratori di selenio e 49 studi osservazionali sull'assunzione del minerale, protratta nel tempo. Se i dati degli studi osservazionali danno qualche indicazione sull'effetto protettivo di grandi quantità di selenio, effetto leggermente maggiore per gli uomini che per le donne, dati più robusti mostrano la mancanza di benefici, e anzi un aumento di rischio associato all'assunzione prolungata nel tempo. Ma i primi sono più difficili da interpretare, come sottolinea Gabriele Dennert dell'Istituto per la Ricerca sulla Salute Transdisciplinare di Berlino, che coordina un team internazionale di esperti. «I dati provenienti dagli studi osservazionali sono difficili da interpretare perché gli studi sono molto diversi, quindi poco omogenei e difficili da raggruppare. In definitiva, non abbiamo trovato alcuna prova convincente per raccomandare l'assunzione regolare di integratori di selenio per la prevenzione del cancro, anche nelle persone che non ne assumono abbastanza» sottolinea Dennert. Il selenio, perciò, esce bocciato dalla revisione, anche se, conclude la nota Cochrane, alla luce di tutti i dati disponibili, sarebbe necessario indagare ancora i suoi effetti nella prevenzione del cancro, in particolare nel tumore del fegato e le possibili differenze tra i sessi che emergono negli studi senza controllo.

Marco Malagutti



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