Vitamine protettive?

08 ottobre 2004
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Vitamine protettive?



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Non tira una gran bella aria per gli integratori ad azione antiossidante in questo periodo. Prima uno studio ha dimostrato come il beta-carotene non solo non prevenga ma anzi aumenti il rischio di tumore al polmone, quindi un altro analogo ha evidenziato come questo tipo di supplementi non porti alcun beneficio a pazienti ad alto rischio cardiovascolare dopo 5 anni di trattamento. Ora è la volta di uno studio pubblicato su Lancet, una review sistematica che ha evidenziato l'assenza di qualsiasi ruolo nella prevenzione dei tumori gastrointestinali. I ricercatori hanno preso in esame 14 studi per un totale di oltre 170000 partecipanti. Sono stati considerati, inoltre, 10 diversi tipi di intervento, con vitamine e antiossidanti, che hanno coperto 5 siti dell'area gastrointestinale: stomaco, esofago, intestino, pancreas e fegato.

Integratori come il placebo


Un ruolo contraddittorio quello degli antiossidanti nonostante sia assodato che lo stress ossidativo possa causare la malattia e proprio il tratto gastrointestinale sia da sempre ritenuto il principale sito dell'azione antiossidante. I risultati, però, nonostante alcuni studi precedenti avessero concluso un ruolo protettivo di queste sostanze, perché in grado di ridurre i danni prodotti da radicali liberi su cellule e Dna, non sono stati positivi. Il confronto, infatti, tra le somministrazioni casuali di integratori vitaminici (beta-carotene, vitamine A, C, E e selenio) con il placebo non ha mostrato alcuna differenza nella riduzione dei rischi. Non solo. Con l'eccezione del selenio, del quale è stato evidenziato un sostanziale effetto benefico nell'incidenza del tumore gastrointestinale, le altre integrazioni vitaminiche hanno evidenziato un incremento significativo della mortalità con un ruolo particolarmente significativo in questo senso del beta-carotene, precursore della vitamina A.

Forse si salvano selenio e vitamina C


La conclusione è semplice. Escludendo forse vitamina C e selenio, l'uso regolare di integratori ad azione antiossidante non previene i tumori gastrointestinali. Un segnale - sostiene un editoriale che accompagna lo studio - di come ancora una volta gli esiti di trial randomizzati a confronto con grandi studi osservazionali siano profondamente diversi. Certo è diverso l'effetto su malattie con periodi di lunga latenza, come i tumori, della somministrazione di dosi prefissate di specifici micronutrienti per pochi anni rispetto all'integrazione all'interno di una dieta bilanciata a cominciare dall'infanzia - puntualizza l'editorialista. Ma l'aspetto che lascia più perplessi riguarda l'apparente aumento della mortalità complessiva indotto dall'integrazione. Però bisogna fare attenzione nel prendere queste conclusioni come assodate, soprattutto in considerazione del grande uso che si fa di questo tipo di integrazione. Si tratta di risultati preliminari e da verificare, così come servono ulteriori ricerche per definire le potenzialità di vitamine e selenio come scudo contro i tumori.

Marco Malagutti



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