La dieta migliore è scritta nei geni

26 ottobre 2011
Interviste

La dieta migliore è scritta nei geni



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Tra gli ambiti di applicazione della genetica, che in genere spaziano dalla medicina predittiva alla diagnostica di patologie, oggi rientra anche la definizione di una dieta personalizzata, vale a dire un regime alimentare che rispecchia il profilo genetico di ogni persona. Dica33 ha intervistato il recente vincitore del premio Grande Ippocrate per il ricercatore dell'anno, Paolo Gasparini, genetista medico dell'Irccs Burlo Garofalo, dell'università di Trieste, per chiare il valore e l'uso dei test genetici in questo settore.

Professor Gasparini in che cosa consistono questi test?
Rientrano in una recente branca della genetica che si chiama nutrigenetica che analizza le varianti di geni coinvolti nei metabolismi di nutrienti come, per esempio, gli zuccheri e i grassi, per valutare l'impatto che può avere un alimento nella dieta. In questo modo si possono definire profili nutrizionali adeguati a ogni paziente.

In che modo l'analisi dei geni ha a che fare con ciò che è meglio mangiare?
Per chiarire faccio un esempio pratico. Poniamo il caso che ci siano tre o quattro geni che codificano per molecole che rientrano nel metabolismo degli zuccheri. Se il test rileva che questi geni sono presenti nel Dna del paziente con una variante meno efficiente, senza essere però causa di patologia, sarà allora utile creare una dieta meno ricca di zuccheri, in modo da non creare un sovraccarico sul metabolismo che li gestisce. Lo stesso discorso può valere per il metabolismo dei grassi. Ma non è finita qui, perché anche il gusto vuole la sua parte e la scelta del tipo sapori più adatti in base al gusto soggettivo si può valutare con test genetici.

Quindi anche il gusto è dettato dai geni?
Sì, ci sono geni legati al gusto dell'amaro e del salato e questo ha un impatto sulle scelte alimentari. Alcune persone, per esempio, presentano variazioni genetiche che aumentano la sensibilità all'amaro. Poiché lo percepiscono in modo più intenso evitano alcuni cibi come cicoria, broccoli radicchio, pompelmo, con il rischio di carenze alimentari. Per questi soggetti è importante definire una dieta personalizzata in cui ci sono meno alimenti amari, ma poiché sono fonte di nutrienti andranno sostituiti con fonti alternative e più adatte al gusto della persona.

A chi bisogna rivolgersi per eseguire questi esami?
I test genetici sono strumenti molto utili nelle mani dei professionisti, poiché la genetica non è un oroscopo per prevedere il futuro, ma fornisce informazioni che vanno elaborate nel contesto dello stile di vita del paziente per raggiungere il massimo della personalizzazioni della dieta, ma anche della prevenzione e della terapia. Alcuni test sono mediati dal medico di famiglia o da un dietista che invia a un centro analisi per esaminare un campione di sangue o di saliva, tenendo presente che ogni cellula dell'organismo umano contiene le informazioni genetiche che ne determinano le caratteristiche, dal colore degli occhi fino, appunto, alle preferenze alimentari.

Che costi hanno?
Questo tipo di test genetici non sono rimborsabili dal Servizio sanitario nazionale, sono in vendita in farmacia o via internet con prezzi variabili. Ma, poiché i risultati che si ottengono è bene che siano interpretati e proposti da un medico o da un professionista, questo in genere li inserisce all'interno di un "pacchetto" che oltre la dieta prevede anche un programma di attività fisica e un consulto specialistico.

Simona Zazzetta



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