Tavole in festa, piccoli compromessi che proteggono la salute

21 dicembre 2011
Interviste

Tavole in festa, piccoli compromessi che proteggono la salute



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Le tavole imbandite in occasione delle festività possono diventare un'insidia per la linea, ma anche per la salute, in particolare del cuore. Tuttavia, concedersi qualche trasgressione non compromette più di tanto una dieta adottata correttamente per tutto il resto dell'anno. Ma bisogna prestare attenzione alle calorie che non devono eccedere, come spiega Paolo Bellotti, primario di Cardiologia dell'Ospedale San Paolo di Savona e membro del direttivo della Siprec, Società italiana per la prevenzione cardiovascolare.

Come comportarsi nei periodi di festività quando non mancano occasioni per mangiare più del solito?
A meno che non ci siano problemi che necessitano di indicazioni alimentari specifiche da parte del medico, il consiglio migliore che si possa dare a chi va incontro a pranzi e cene abbondanti è di cercare compromessi e accettare che si può trasgredire alla dieta. Ciò che è importante capire è che una dieta, intesa come mangiare abitualmente in modo corretto scegliendo da ricette e prodotti della tradizione mediterranea, deve avere una continuità per tutto l'anno e occasionalmente può essere trascurata. Bisogna prestare attenzione, però, a non esagerare con le porzioni che apportano un eccesso di calorie, ad alternare a un pasto abbondante una giornata di alimentazione più contenuta e a fare più attività fisica dopo un pasto più ricco del solito.

Su quali cibi è meglio orientarsi?
Fermo restando di non eccedere con le porzioni, il salmone, per esempio, e tutto il pesce azzurro sono fonti di omega 3 vantaggiosi per il cuore. Vanno bene anche carni bianche come gallina o cappone, tipici della tradizione italiana. Anche noci e arachidi contengono nutrienti favorevoli per il cuore. Per quanto riguarda i dolci, vanno preferiti quelli fatti in casa, magari con lo yogurt anziché con il latte, o con l'olio anziché con il burro, e in cui ci sono più albumi che tuorlo delle uova, poiché il colesterolo si concentra nel rosso mentre il bianco è privo di grassi. Inoltre, se viene offerto del cioccolato meglio scegliere quello fondente che a piccole dosi è utile per la salute. E, infine, meglio mangiare più lenticchie e meno zampone.

Qual è la dieta più adatta a proteggere il cuore?
A nutrirsi seguendo la dieta mediterranea, riconosciuta dall'Unesco come patrimonio dell'umanità, si può stare tranquilli che la salute del cuore è salvaguardata. Sono molti gli studi che hanno dimostrato che i prodotti di origine mediterranea apportano un significativo calo delle patologie cardiovascolari, ma anche altre come il Parkinson, l'Alzheimer e i tumori. Per costruire il nostro futuro a tavola bisogna favorire le ricette della tradizione italiana e cibi prodotti in Italia.

Quali sono gli alimenti da portare a tavola?
Non devono mancare legumi, verdure, pesce, olio di oliva, frutta e non è da escludere un bicchiere di vino, perché bevande alcoliche come il vino e la birra danno un moderato apporto alla riduzione delle malattie del cuore se consumati in quantità modeste. Ma vanno considerate anche le calorie nella dieta, un bicchiere di vino, vale a dire mezzo calice, ne contiene 90, inoltre, il totale giornaliero di calorie va differenziato, quindi il 25% deve arrivare dai grassi preferibilmente vegetali, il 15% dalle proteine e il 60% dai carboidrati.

I grassi di origine animale vanno esclusi?
Vanno certamente limitati perché contengono molti acidi grassi saturi che fanno aumentare il colesterolo totale e quello Ldl. È, quindi, meglio usare oli vegetali, in particolare quello di oliva ma anche di noci, perché contengono gli acidi grassi insaturi che hanno una effetto protettivo sulle arterie. Tra quelli vegetali, vanno evitati invece olio di palma o olio di cocco, presenti negli alimenti confezionati. Questi sono genericamente indicati in etichetta come oli vegetali, ma è importane che sia specificato che siano non-idrogenati, poiché il processo di idrogenazione, che li rende solidi, per esempio come la margarina, trasforma gli acidi grassi insaturi in grassi ancora più nocivi di quelli saturi.

Simona Zazzetta



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