30 gennaio 2012
Aggiornamenti e focus
Ue, pillola poco conosciuta e in Italia anche poco usata
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Sono ancora scoraggianti, a 50 anni dall'arrivo della pillola, i dati sulla conoscenza e sull'uso di questo metodo contraccettivo. In Europa solo il 2% delle donne sa come funziona e i consumi in Italia (14,2%) sono paragonabili a quelli della Tunisia (14,5%), del Botswana (14,3%) e dell'Iraq (14,6%). I dati sono stati presentati in occasione di un meeting internazionale di approfondimento sulla contraccezione ormonale svoltosi a Berlino. «Questi dati spiegano chiaramente come mai resistano tuttora tanti pregiudizi e luoghi comuni su questo metodo» spiega Francesco Primiero dell'Università La Sapienza di Roma e presente a Berlino. Una ricerca, condotta in Germania, Francia, Gran Bretagna, Svezia e Romania, pubblicata sulla rivista Contraception, svela infatti che, a prescindere dal livello culturale, la consapevolezza è davvero scarsa e il timore più diffuso è che la pillola possa essere dannosa per la salute. Eppure numerose evidenze scientifiche indicano il contrario: i dati di mortalità tra le oltre 46.000 donne seguite circa 40 anni ha dimostrato come, nel lungo termine, l'uso di contraccettivi orali prolunga la sopravvivenza e con benefici su menorragia, sintomatologia premestruale e acne. I dati epidemiologici raccolti dal rapporto delle Nazioni unite world contraceptive use, sull'uso che se ne fa in Europa indicano come pongono in testa Portogallo (58,9%), Germania (52,6%), Algeria (45,9%), Belgio (44,8%) e la Francia (41,5%). Resta bassa, invece, la media negli Stati Uniti dove le consumatrici di questo farmaco sono il 16,3%. Si tratta di uno dei paesi sviluppati, osserva il rapporto, con il più alto numero di gravidanze nelle teenager
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