Costi alleggeriti coi generici in ricetta

01 febbraio 2012
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Costi alleggeriti coi generici in ricetta



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Amoxicillina, ketoprofene sale di lisina, nimesulide, paracetamolo, acido acetilsalicilico. Se gli auspici del Governo Monti andranno a buon fine i pazienti si dovranno abituare ad avere a che fare con questi nomi anziché coi più noti nomi griffati. E' l'effetto dell'articolo 11 del decreto "Cresci Italia" che, al comma 9, prevede che il medico informi il paziente "dell'eventuale presenza in commercio di medicinali con uguale composizione di principi attivi, forma, via di somministrazione, modalità di rilascio e dosaggio". Una norma che non ha mancato di far discutere sia i medici, convinti che sia una forzatura della libertà di prescrizione del medico, sia le aziende farmaceutiche, non quelle di generici ovviamente, che parlano di un brutto segnale al paziente per cui la sua cura è legata al costo del farmaco. E in effetti, l'obiettivo dichiarato del Governo è proprio quello di alleggerire i costi per le famiglie, oltreché di favorire l'uso dei farmaci generici. La loro penetrazione sul mercato è, infatti, parecchio indietro rispetto a quella di altri paesi europei: il 14% contro le percentuali di Gran Bretagna, Usa e Germania che vanno dal 65% all'80%. Ma che cosa cambia per il paziente con la nuova norma? Il ministero della Salute ha pubblicato un documento nel quale cerca di risolvere alcuni interrogativi legati alla sua corretta interpretazione.

Il medico, come premesso, deve informare il paziente della presenza in commercio dei medicinali generici, aggiungendo, accanto al nome del farmaco sulla ricetta, le parole "sostituibile con equivalente generico" oppure "non sostituibile" nei casi in cui esistano motivazioni contrarie. A questo punto entra in gioco il farmacista che secondo quantostabilito dalla norma è tenuto a fornire il medicinale equivalente generico avente il prezzo più basso, salvo diversa richiesta del cliente. In pratica il farmacista cui si presenti un cliente con una ricetta in cui è indicata la sostituibilità deve verificare il prezzo. E intervenire, per favorire il consumo di medicinali a più basso costo, generici o di marca che siano. La discriminante, perciò, è il prezzo. Quando il medicinale di marca indicato dal medico sulla ricetta risulti avere il prezzo uguale a quello più basso fra tutti gli altri medicinali equivalenti, la sostituzione di tale medicinale con altro equivalente non troverebbe alcuna giustificazione. Anzi sarebbe in insanabile contrasto con le finalità della legge. Il legislatore ritiene, perciò, di aver rispettato le autonomie di medico, farmacista e paziente. Quest'ultimo in particolare, infatti, avrà la possibilità di scegliere se acquistare la confezione con brand o quella equivalente. Un fatto è certo: le ricadute per il mercato dei farmaci generici dovrebbero essere considerevoli e tenuto conto che tutti i grossi brevetti sono scaduti e che nel 2013 ne scadranno altri importanti, dagli anticolesterolo agli antiasmatici, le cose sul mercato sembrano destinate a cambiare.

Marco Malagutti



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