24 maggio 2012
Aggiornamenti e focus
Aumentano i casi di tumore correlato a infezioni
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Sono circa 2 milioni i casi di cancro causati ogni anno da agenti infettivi: per questo l'applicazione dei metodi esistenti di sanità pubblica per la prevenzione delle infezioni, come le vaccinazioni, il ricorso a metodi di iniezione più sicuri, l'uso di trattamenti antimicrobici, potrebbero determinare un impatto sostanziale sul futuro carico di cancro a livello mondiale. Ne è convinto il gruppo di Martyn Plummer, dell'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro di Lione (Francia), autore di una revisione e di un'analisi sintetica degli studi su virus, batteri e parassiti identificati come forti fattori di rischio per specifiche forme tumorali, fornendo così un update sul tema. Per gli agenti infettivi carcinogeni presi in considerazione gli studiosi hanno calcolato una frazione attribuibile di popolazione (Paf) del pianeta, utilizzando stime sull'incidenza di cancro nel 2008. Su 12,7 milioni di nuovi casi di cancro occorsi in quell'anno, il Paf per agenti infettivi è stato di 16,1%; ciò significa che circa 2 milioni di nuovi casi di cancro sono attribuibili a infezioni. Questa quota è più elevata nei Paesi meno sviluppati (22,9%) rispetto a quelli più avanzati (7,4%), passando dal 7,4% dell'Africa sub-Sahariana al 32,7% di Australia e Nuova Zelanda. Helicobacter pylori, virus dell'epatite B e C, e Papillomavirus umano sono risultati responsabili di 1,9 milioni di casi. Nelle donne il cancro della cervice uterina ha rappresentato circa la metà del carico di cancro correlato a infezione, mentre negli uomini, con i tumori dello stomaco ed epatici, la cifra corrispondente è salita oltre l'80%. Da notare, infine, che circa il 30% dei casi tumorali attribuibili a infezioni avviene in persone più giovani di 50 anni.
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