29 ottobre 2012
Aggiornamenti e focus
In America l’ictus colpisce in età sempre più precoce
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Un ampio studio epidemiologico condotto negli Stati Uniti su una popolazione di circa un milione e 300mila persone, evidenzia una tendenza all'aumento nell'incidenza di ictus in giovane età. Gli autori, che operano presso centri accademici e ospedalieri di Cincinnati hanno rilevato gli episodi di ictus avvenuti nell'anno compreso tra il luglio del 1993 e il giugno del 1994, prendendoli come valori di riferimento rispetto a quelli registrati dal 1999 al 2005. I ricercatori hanno poi affinato l'analisi esaminando le percentuali di ictus a seconda delle diverse provenienze etniche, in base al genere e nei diversi gruppi di età. È stato quest'ultimo fattore a evidenziare l'evoluzione più rilevante nel corso degli anni. L'età media in cui si è verificato un evento è diminuita in modo statisticamente significativo, passando dai 71,2 anni nel 1993-94 fino ai 69,2 nel 2005. In particolare, nello stesso periodo, l'incidenza degli attacchi di ictus che hanno colpito persone con meno di 55 anni è salita, passando dal 12,9% al 18,6%. L'incidenza di ictus dai 20 ai 54 anni è aumentatain tutta la popolazione senza distizione tra etnie diverse.«I risultati dello studio» affermano gli autori «hanno un grande significato in termini di salute pubblica, perché l'ictus nei pazienti più giovani comporta un maggior carico complessivo di disabilità e perché alcuni fattori che contribuiscono alla tendenza rilevata possono essere modificati».
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