Integratori e vitamine in gravidanza: carenze ed eccessi da evitare

28 novembre 2012
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Integratori e vitamine in gravidanza: carenze ed eccessi da evitare



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Gli integratori vitaminici e minerali possono svolgere un ruolo di rilievo durante la gravidanza, prevenendo danni al nascituro e alla donna dovuti a stati carenziali materni. Nils Hovdenak e Kjell Haram, dell'Ospedale universitario Haukeland di Bergen (Norvegia), sono autori di una review sul tema.

La carenza di ferro incide direttamento sul peso alla nascita, e può dare problemi cognitivi e comportamentali nell'infanzia; una sua supplementazione è raccomandata in caso di carenza dimostrata, ma va evitato il sovratrattamento. Il deficit di calcio si associa a preeclampsia e ritardo di crescita intrauterino (Iugr), i cui rischi sono ridotti dall'integrazione. Una carenza gestazionale di magnesio può portare a danni ematologici e teratogeni, oltre che a basso peso alla nascita, eventi riducibili mediante supplementazione. Secondo una review Cochrane l'integrazione di zinco contrasta il basso peso alla nascita; è prudente ricorrervi nelle donne con carenza dimostrata o condizioni di ridotto assorbimento del minerale (scarsa funzione gastroenterica, diete basate sui cereali ricchi in fitati, alti livelli di integrazione di ferro, malattie gastrointestinali). Per il selenio non vi sono prove a favore dell'utilità di una sua supplementazione in gravidanza, ma bassi livelli del minerale si associano ad aborto ricorrente, preeclampsia e Iugr.

Senza un'adeguata profilassi circa il 75% delle gravide svilupperebbe il deficit di almeno una vitamina. Non vi sono indicazioni all'integrazione di B6, ma una sua carenza è associata a preeclampsia, diabete gestazionale, iperemesi gravidica e malattie neurologiche nel neonato. L'integrazione pregestazionale di folati previene i difetti del tubo neurale e se ne consiglia una dose quotidiana di 400 ug quando si pianifica una gravidanza. La carenza di folati, inoltre, può determinare malformazioni congenite (difetti del tubo neurale, schisi orofacciali, anomalie cardiache), anemia, aborto spontaneo, preeclampsia, Iugr e rottura di placenta. Un'integrazione di vitamina B12 - il cui deficit è associato a ridotta crescita fetale - può rendersi necessaria nelle donne vegetariane o con scarsa alimentazione carnea. L'integrazione di vitamina A aumenta il peso alla nascita, ma essendo molto diffusa la molecola in Occidente i veri rischi, più che dal deficit, derivano dal sovradosaggio, che è teratogeno (il limite massimo raccomandato per l'integrazione è 3.000 IU/die). Secondo alcuni dati la supplementazione di vitamina D nel terzo trimestre di gravidanza aumenterebbe il peso alla nascita e la lunghezza vertice-talloni. Altri dati fanno ritenere che bassi livelli di vitamina C favoriscano lo sviluppo di preeclampsia, e che la supplementazione possa ridurre tale rischio. Invece l'uso di vitamina E, considerato in genere salutare, può essere pericoloso per l'esito della gravidanza, in quanto altera il fisiologico stato gestazionale ossidativo; non è pertanto consigliata per prevenire la preeclampsia.



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