Disturbi alimentari: quando il cibo uccide

28 febbraio 2014
Aggiornamenti e focus

Disturbi alimentari: quando il cibo uccide



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Laurence Nugent, di Belfast in Irlanda, se ne è andato a soli 24 anni dopo aver nascosto per anni il suo segreto: la bulimia . Stessa sorte per Danielle O'Neil, irlandese di Londonderry: nel suo caso l'anoressia ha avuto la meglio. Sono solo due delle storie drammatiche e dolorose legate al cibo che ogni giorno si ripetono sempre identiche non solo in Irlanda, ma in tutto il mondo.

E le toccanti testimonianze di amici e familiari mettono in luce soprattutto che anoressia e bulimia non sono solo disturbi fisici. «Non potrò mai sottolineare a sufficienza il ruolo fondamentale della mente in questo tipo di problemi» spiega Adelaide, la madre di Danielle, che poi aggiunge «la malattia assume il controllo e tu non riesci a smettere».

Tutto è partito da una dieta che poi è degenerata, è andata oltre il limite e ha portato al triste epilogo. Dello stesso parere anche Pamela, la madre di Laurence, che ricordando il figlio dice: «Era una vera e propria malattia mentale. La sua personalità ha a cominciato a somigliare a quella di una persona depressa, arrabbiata e con istinti da suicida».

E succede spesso che molti ragazzi che soffrono di disturbi alimentari gravi vivano la malattia come un segreto. È successo a Laurence che solo dopo molti anni di bulimia si è confidato con la sua famiglia. Il segreto però non è stato del tutto svelato visto che i suoi amici sono rimasti sconvolti dalla notizia arrivata loro decisamente troppo tardi. «Perché non ci ha detto nulla?» si sono chiesti «magari avremmo potuto aiutarlo». Il problema però è davvero molto complesso: in genere le cause sono molteplici (biologiche, genetiche, sociali, psicologiche, eccetera) e si nota spesso la tendenza a dare troppa importanza alla propria immagine della quale non si è soddisfatti. «L'esordio del disturbo è mediamente tra i 15 e i 18 anni, con due picchi (15 e 18 anni), età che rappresentano due periodi evolutivi significativi, quello della pubertà e quello della cosiddetta autonomia, passaggio alla fase adulta» spiegano gli esperti di Epicentro, portale italiano di epidemiologia. È fondamentale quindi da parte dei genitori, tenere sempre gli occhi ben aperti e non sottovalutare anche piccoli cambiamenti di umore e di comportamento.

«All'inizio non avevamo realizzato che si trattava di un problema così grave e pensavamo di poter aiutare nostro figlio» spiega Pamela «è importantissimo far sapere a tutti, in particolare ai giovani, che un disturbo alimentare può essere fatale» conclude.



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