01 luglio 2014
Aggiornamenti e focus
I farmaci per il bruciore di stomaco sono da prendere all’ora giusta
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La terapia in caso di bruciore di stomaco con farmaci che riducono la produzione di acidi viene assunta in modo scorretto da molti pazienti. In particolare, solo uno su tre di coloro che acquistano questi farmaci senza prescrizione medica li prende in modo appropriato, uno su due fra quelli cui la terapia è stata indicata dal medico curante, mentre la situazione migliora se è stato lo specialista gastroenterologo a indicare il farmaco, che viene assunto correttamente in sette casi su dieci.
Questi farmaci infatti, diversi dagli antiacidi, vengono attivati una volta che sono entrati nell'organismo, spiega Michael Wolfe, gastroenterologo autore dello studio pubblicato sulla rivista The american journal of gastroenterology: «Per attivare la medicina, si deve mangiare. Per questa ragione si deve prendere prima di colazione». Ma nonostante venga detto sui foglietti illustrativi, il ricercatore dice che le persone non seguono questa indicazione e quindi: «buttano via i soldi, non si sentono meglio e non ottengono un miglioramento dei sintomi» precisa.
Nello studio è stata presa in considerazioni una classe di farmaci chiamata inibitori di pompa protonica, il cui meccanismo di azione consiste nel ridurre la quantità di acido prodotta dallo stomaco. Proprio per questo loro meccanismo d'azione, il risultato sul bruciore richiede qualche giorno di uso continuativo del farmaco prima di realizzarsi a patto che il farmaco venga preso all'ora giusta rispetto all'assunzione di cibo.
Wolfe con un gruppo di ricercatori statunitensi ha studiato 610 pazienti con reflusso gastroesofageo, una condizione spesso associata a bruciori di stomaco nella quale cibo e acidi risalgono appunto in esofago, causando danni anche ai tessuti. Centonovanta pazienti avevano avuto l'indicazione della terapia dal gastroenterologo, 223 dal medico curante e 197 l'aveva comprata autonomamente. «I pazienti che hanno assunto la terapia secondo la modalità corretta sono stati quelli con la prescrizione del gastroenterologo, i peggiori quelli che hanno preso i farmaci senza prescrizione» conclude l'autore.
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