20 settembre 2010
Aggiornamenti e focus
Lotta disuguale al cancro al colon-retto
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Il messaggio che la diagnosi precoce è determinante per combattere tumori frequenti come quelli della mammella o della prostata o della cervice uterina dovrebbe essere acquisito. Sembra lo sia di meno invece per un'altra neoplasia che pure è al terzo posto nel mondo per incidenza e al secondo posto in Europa tra i ''big killer'', con circa 500 morti al giorno (e oltre 400.000 nuovi casi allanno): il tumore del colon-retto. Eppure a differenza di altri tipi di cancro più del 90% dei malati potrebbe andare incontro a remissione grazie a diagnosi precoce e terapia tempestiva: lo screening è fondamentale, ma su questo come sullaccesso alle terapie più avanzate in Europa cè grande disomogeneità tra paesi e allinterno degli stessi, come emerge da un rapporto realizzato dalla London School of Economics presentato a Milano.
In Italia differenze nord-sud
La ricerca ha riguardato 17 paesi europei più lAustralia come confronto non europeo, esplorando le cinque aree di prevenzione, diagnosi, terapia, follow-up e risorse sanitarie disponibili, oltre al livello e allimplementazione delle strategie di prevenzione e controllo. Il quadro che risulta è appunto quella di una situazione a macchia di leopardo. ''Alcuni paesi sono molto virtuosi ma la media continentale è poco sopra la sufficienza'' riassume Francesco Di Costanzo, direttore Struttura Complessa Oncologia Medica Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi di Firenze. ''Nonostante il ca del colon-retto sia la seconda causa di morte per tumore dopo quello del polmone nelluomo e della mammella nella donna, sono ancora una minoranza i paesi con programmi di screening formali e poche le campagne di sensibilizzazione. Tra questi pochi lItalia, con un tasso di partecipazione ai programmi di screening che varia però dal 70% circa del Nord al 15% circa del Sud, il primo cioè vicino alle nazioni europee più virtuose come la Gran Bretagna (in testa, con il 50-70%), il secondo alle meno virtuose presenti nellEst Europa. Molto variabili da paese a paese anche le linee-guida sul trattamento e laccesso ai farmaci più efficaci''. I dati più recenti dellosservatorio nazionale indicano che nel 2007 erano attivi in Italia 72 programmi di screening, distribuiti in sole 12 regioni, e con una copertura totale del territorio del 46,6%: questa è superiore al 70% nel Nord e al 50 nel Centro e inferiore al 10% nel Sud (Calabria e Sicilia per esempio sono scoperte). ''Come dato nazionale, ladesione dei potenziali candidati è solo del 30-40% (60% al Nord), va detto però che questi programmi sono iniziati da pochi anni e la penetrazione è ancora bassa, in ogni caso è molto inferiore che per il tumore della mammella'' afferma Roberto Labianca, direttore Dipartimento Oncologia ed Ematologia Ospedali Riuniti di Bergamo. ''Cè ancora molto da fare, inoltre, sul piano informativo-educazionale e organizzativo''.
Progressi per la chemio classica e i biologici
Le disparità tra Stati e allinterno di essi si rilevano anche rispetto alle possibilità di cura. Negli ultimi anni si sono compiuti passi avanti sia per la chemioterapia classica sia per quella innovativa con farmaci biologici per la fase avanzata di malattia. Per quella classica, dice Di Costanzo: ''la capecitabina si è dimostrata efficace in tutti gli stadi del ca del colon-retto e per ogni tipo di paziente, in monoterapia e in combinazione. In terapia adiuvante (post-chirurgica) è apparsa più attiva e meglio tollerata del trattamento standard, oltre che somministrabile al domicilio, in compresse, con migliore qualità di vita e risparmio per il Ssn''. Per la terapia innovativa, spiega Labianca: ''si sono sviluppati anticorpi monoclonali che inibiscono langiogenesi tumorale, meccanismo molto importante in neoplasie come quella del colon-retto, quale bevacizumab, usato in fase avanzata. Nei pazienti con metastasi trattati ottiene benefici significativi per sopravvivenza e riduzione del tumore, con buon profilo di tossicità, e lo si sta studiando per la terapia adiuvante''. In Italia laccesso ai farmaci biologici è più limitato rispetto per esempio a Francia e Spagna; per contenere la spesa si è messo a punto un registro di monitoraggio e corretta prescrizione collegato al rimborso alle ASL e aziende ospedaliere, che in altri paesi non cè. In conclusione, per combattere il tumore colo-rettale lauspicio è aumentare la cultura della prevenzione, favorire la diagnosi precoce, sfruttare il potenziale delle terapie più efficaci, e naturalmente ridurre le relative disparità.
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In Italia differenze nord-sud
La ricerca ha riguardato 17 paesi europei più lAustralia come confronto non europeo, esplorando le cinque aree di prevenzione, diagnosi, terapia, follow-up e risorse sanitarie disponibili, oltre al livello e allimplementazione delle strategie di prevenzione e controllo. Il quadro che risulta è appunto quella di una situazione a macchia di leopardo. ''Alcuni paesi sono molto virtuosi ma la media continentale è poco sopra la sufficienza'' riassume Francesco Di Costanzo, direttore Struttura Complessa Oncologia Medica Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi di Firenze. ''Nonostante il ca del colon-retto sia la seconda causa di morte per tumore dopo quello del polmone nelluomo e della mammella nella donna, sono ancora una minoranza i paesi con programmi di screening formali e poche le campagne di sensibilizzazione. Tra questi pochi lItalia, con un tasso di partecipazione ai programmi di screening che varia però dal 70% circa del Nord al 15% circa del Sud, il primo cioè vicino alle nazioni europee più virtuose come la Gran Bretagna (in testa, con il 50-70%), il secondo alle meno virtuose presenti nellEst Europa. Molto variabili da paese a paese anche le linee-guida sul trattamento e laccesso ai farmaci più efficaci''. I dati più recenti dellosservatorio nazionale indicano che nel 2007 erano attivi in Italia 72 programmi di screening, distribuiti in sole 12 regioni, e con una copertura totale del territorio del 46,6%: questa è superiore al 70% nel Nord e al 50 nel Centro e inferiore al 10% nel Sud (Calabria e Sicilia per esempio sono scoperte). ''Come dato nazionale, ladesione dei potenziali candidati è solo del 30-40% (60% al Nord), va detto però che questi programmi sono iniziati da pochi anni e la penetrazione è ancora bassa, in ogni caso è molto inferiore che per il tumore della mammella'' afferma Roberto Labianca, direttore Dipartimento Oncologia ed Ematologia Ospedali Riuniti di Bergamo. ''Cè ancora molto da fare, inoltre, sul piano informativo-educazionale e organizzativo''.
Progressi per la chemio classica e i biologici
Le disparità tra Stati e allinterno di essi si rilevano anche rispetto alle possibilità di cura. Negli ultimi anni si sono compiuti passi avanti sia per la chemioterapia classica sia per quella innovativa con farmaci biologici per la fase avanzata di malattia. Per quella classica, dice Di Costanzo: ''la capecitabina si è dimostrata efficace in tutti gli stadi del ca del colon-retto e per ogni tipo di paziente, in monoterapia e in combinazione. In terapia adiuvante (post-chirurgica) è apparsa più attiva e meglio tollerata del trattamento standard, oltre che somministrabile al domicilio, in compresse, con migliore qualità di vita e risparmio per il Ssn''. Per la terapia innovativa, spiega Labianca: ''si sono sviluppati anticorpi monoclonali che inibiscono langiogenesi tumorale, meccanismo molto importante in neoplasie come quella del colon-retto, quale bevacizumab, usato in fase avanzata. Nei pazienti con metastasi trattati ottiene benefici significativi per sopravvivenza e riduzione del tumore, con buon profilo di tossicità, e lo si sta studiando per la terapia adiuvante''. In Italia laccesso ai farmaci biologici è più limitato rispetto per esempio a Francia e Spagna; per contenere la spesa si è messo a punto un registro di monitoraggio e corretta prescrizione collegato al rimborso alle ASL e aziende ospedaliere, che in altri paesi non cè. In conclusione, per combattere il tumore colo-rettale lauspicio è aumentare la cultura della prevenzione, favorire la diagnosi precoce, sfruttare il potenziale delle terapie più efficaci, e naturalmente ridurre le relative disparità.
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