I teenager amano sempre meno lampade e lettini solari

16 maggio 2017
Aggiornamenti e focus

I teenager amano sempre meno lampade e lettini solari



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Dal 16 per cento circa del 2009, la percentuale di teenagers statunitensi che fa uso dei lettini solari per abbronzarsi è scesa nel 2015 a poco più del 7 per cento. «Questo è senza dubbio un importante traguardo, ma non dobbiamo smettere di lavorare in termini di prevenzione e sforzi per cambiare un comportamento tanto dannoso per la salute» spiegano sulla rivista Jama dermatology i ricercatori dei Center for disease control and prevention (Cdc) statunitensi guidati da Gery Guy Jr, economista sanitario presso la divisione di controllo e prevenzione del cancro dei Cdc.

In effetti, nonostante la tendenza verso il basso osservata negli ultimi anni, sono ancora molti i ragazzi delle scuole superiori che si recano nei centri abbronzanti - circa 1,2 milioni solo negli Stati Uniti - e circa l'82 per cento di loro ha avuto almeno una scottatura solare in passato. «Avere già subito una scottatura nell'infanzia o nell'adolescenza raddoppia il rischio di sviluppare melanoma , il più pericoloso dei tumori della pelle, nel corso della vita» continua Guy, ricordando che l'abbronzatura artificiale non serve per proteggere la pelle dalla esposizione ai raggi del sole. «Molti ragazzi continuano a utilizzare lampade e lettini abbronzanti nella convinzione che questo gesto abbia una funzione protettiva per la pelle, senza rendersi conto che una pelle abbronzata è dal punto di vista biologico una pelle rovinata».

Tra i maggiori utilizzatori di abbronzatura artificiale ci sono senza dubbio le ragazze bianche, soprattutto dai 17 anni in poi, ma anche per loro si è assistito negli ultimi anni a una riduzione dell'uso di lettini solari. L'educazione alla salute ha un ruolo fondamentale se si vuole convincere i ragazzi a non utilizzare più questi strumenti, definiti cancerogeni dalle autorità sanitarie. DI conseguenza anche la scuola ha un ruolo di primo piano, ma da un altro studio pubblicato sempre sulla stessa rivista, emerge che sono pochi gli istituti scolastici davvero sensibili al problema e che forniscono ai ragazzi le creme abbronzanti prima di attività all'aperto, o programmano tali attività in momenti della giornata nei quali il sole è meno pericoloso.

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