03 luglio 2017
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Tatuaggio: se cambio idea? Come rimuoverlo
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I dati della prima indagine dell'Istituto superiore di sanità (Iss) sul mondo dei tatuaggi in Italia parlano di circa 7 milioni di persone che hanno deciso di "scrivere" sulla propria pelle, il 13 per cento circa della popolazione. «Un fenomeno in crescita e che include tatuaggi a semplice scopo "decorativo", ma anche tatuaggi con finalità mediche (0,5 per cento) o estetiche (3 per cento)» spiegano gli esperti, sottolineando che meno del 60 per cento dei partecipanti all'indagine datata 2015 ha dichiarato di essere consapevole dei rischi legati alla pratica del tatuaggio e solo il 41,7 per cento è informato sulle controindicazioni.
La prima domanda da porsi quando si decide di fare un tatuaggio è senza dubbio da chi farlo realizzare per essere certi di non incorrere nel rischio di reazioni avverse e infezioni anche gravi, ma evitabili grazie ad alcune precauzioni e norme igieniche. L'Iss fornisce una serie di "istruzioni per l'uso" che è utile seguire per una scelta basata sulla sicurezza e che riassumiamo di seguito:
Che succede quando si decide di eliminare un tatuaggio dalla pelle? «Il tatuaggio è pensato per essere permanente e l'inchiostro che entra nel derma, il secondo strato della pelle, può in effetti durare per tutta la vita» spiegano gli esperti statunitensi della Food and drug administration (Fda) sul loro sito web e poi aggiungono: «Rimuovere un tatuaggio è quasi sempre possibile, ma è molto meno semplice di quanto in genere si pensi».
Una delle tecniche più utilizzate per la rimozione dei tatuaggi è il laser che riesce a entrare nelle cellule "colorate" e a rompere l'inchiostro riducendolo in particelle piccole che poi vengono eliminate attraverso diverse vie, non ancora del tutto note. «Una sola seduta di laser, che alcuni ritengono dolorosa, altri invece definiscono solo "fastidiosa", non basta» affermano dalla American academy of dermatology, ricordando che in genere servono da sei a 10 sedute, a seconda della dimensione e del colore del tatuaggio, oltre a qualche settimana per la guarigione dell'area trattata.
Dermoabrasione, ovvero la rimozione dello strato superficiale delle pelli, ed excisione (rimozione chirurgica dell'area del tatuaggio) sono alternative, nessuna delle quali priva di potenziali rischi o effetti indesiderati tra i quali piccoli sanguinamenti e rossore temporanei o cicatrici. «Così come la realizzazione, anche la rimozione del tatuaggio deve essere effettuata da personale esperto e autorizzato per dare i risultati migliori in piena sicurezza» concludono gli esperti.
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Occhi aperti sulla sicurezza quando si sceglie
La prima domanda da porsi quando si decide di fare un tatuaggio è senza dubbio da chi farlo realizzare per essere certi di non incorrere nel rischio di reazioni avverse e infezioni anche gravi, ma evitabili grazie ad alcune precauzioni e norme igieniche. L'Iss fornisce una serie di "istruzioni per l'uso" che è utile seguire per una scelta basata sulla sicurezza e che riassumiamo di seguito:
- Rivolgersi sempre a un tatuatore in possesso dell'idoneità igienico-sanitaria e abilitato a operare in un locale autorizzato.
- Acquisire tutte le informazioni sui rischi e sui materiali e prodotti utilizzati per poter firmare con piena consapevolezza il consenso informato.
- Assicurarsi che vi sia un adeguato livello di igiene del personale e dell'ambiente di lavoro e che si faccia uso di guanti monouso, maschera e camice monouso. Anche gli aghi devono essere nuovi, sterili e monouso e la macchinetta per tatuare deve essere ricoperta da un'apposita guaina di protezione. Eventuali strumenti non monouso devono essere sterilizzati.
- richiedere informazioni sulla composizione degli inchiostri che devono essere sterili, atossici e utilizzati in contenitori/capsule porta-pigmenti monouso.
- Assicurarsi che la zona della pelle destinata al tatuaggio sia integra, sana e adeguatamente disinfettata.
Rimuovere il tatuaggio non è uno scherzo
Che succede quando si decide di eliminare un tatuaggio dalla pelle? «Il tatuaggio è pensato per essere permanente e l'inchiostro che entra nel derma, il secondo strato della pelle, può in effetti durare per tutta la vita» spiegano gli esperti statunitensi della Food and drug administration (Fda) sul loro sito web e poi aggiungono: «Rimuovere un tatuaggio è quasi sempre possibile, ma è molto meno semplice di quanto in genere si pensi».
Una delle tecniche più utilizzate per la rimozione dei tatuaggi è il laser che riesce a entrare nelle cellule "colorate" e a rompere l'inchiostro riducendolo in particelle piccole che poi vengono eliminate attraverso diverse vie, non ancora del tutto note. «Una sola seduta di laser, che alcuni ritengono dolorosa, altri invece definiscono solo "fastidiosa", non basta» affermano dalla American academy of dermatology, ricordando che in genere servono da sei a 10 sedute, a seconda della dimensione e del colore del tatuaggio, oltre a qualche settimana per la guarigione dell'area trattata.
Dermoabrasione, ovvero la rimozione dello strato superficiale delle pelli, ed excisione (rimozione chirurgica dell'area del tatuaggio) sono alternative, nessuna delle quali priva di potenziali rischi o effetti indesiderati tra i quali piccoli sanguinamenti e rossore temporanei o cicatrici. «Così come la realizzazione, anche la rimozione del tatuaggio deve essere effettuata da personale esperto e autorizzato per dare i risultati migliori in piena sicurezza» concludono gli esperti.
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