13 ottobre 2014
Interviste
Allergie, nuove soluzioni: test diagnostici e immunoterapia specifica
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Le malattie allergiche sono in continua crescita anche nel nostro Paese: oggi ne soffrono circa 15 milioni di italiani e si prevede che entro una decina di anni uno su due dovrà fare i conti con le allergie che oltre ad aumentare in numero, aumentano anche in gravità. E, come ricordano i medici dell'Associazione italiana allergologi e immunologi ospedalieri e territoriali (Aaito), ormai non si tratta più di un male di stagione ma di forme che durano tutto l'anno, spesso legate al fatto che sono sempre di più i pazienti "polisensibili", cioè allergici a più sostanze contemporaneamente. I rimedi però ci sono, e non si limitano a curare i sintomi, ma possono in molti casi arrivare alla causa stessa dell'allergia. Ce ne parla Maria Beatrice Bilò, presidente Aaito, che assieme ai suoi colleghi ha da poco organizzato anche un corso teorico-pratico per parlare a medici allergologi e pediatri dell'immunoterapia specifica.
Cos'è l'immunoterapia specifica e a cosa serve?
«L'immunoterapia specifica - impropriamente detta "vaccino anti-allergico" - è un prodotto disponibile commercialmente che contiene gli allergeni (pollini, acari della polvere, ecc) verso cui la persona è allergica. Questi allergeni vengono purificati e trattati in modo tale da renderli pressoché innocui per chi li assume, ma restano capaci di stimolare il sistema immunitario a produrre anticorpi di difesa contro la specifica allergia. Così facendo, quando il paziente viene in contatto con questo allergene è pronto a combatterli e non ha sintomi o comunque presenta sintomi molto ridotti rispetto a prima dell'inizio del vaccino».
Quando e per quali persone è indicata?
«Innanzitutto è importante ricordare che se non si conosce con esattezza l'allergene - cioè la causa che scatena l'allergia - non si può procedere con il trattamento. L'immunoterapia specifica va infatti prescritta dopo una diagnosi molto accurata da parte dello specialista. La buona notizia è che oggi disponiamo di test diagnostici molto più affidabili che in passato - si parla di diagnostica molecolare - che ci consentono di fare una prescrizione molto più mirata. Grazie a questi test è per esempio possibile utilizzare l'immunoterapia specifica anche in pazienti polisensibili, o che sembrano tali dopo i classici test cutanei: con la diagnostica molecolare si riesce a identificare la causa principale dell'allergia e a scegliere quindi la terapia più adatta e più efficace».
È adatta anche per i bambini?
«Il trattamento non ha controindicazioni in età pediatrica, anzi è indicato nei bambini perché è importante agire subito su quella che si chiama la "marcia allergica" cioè la possibilità che una rinite diventi asma o che un bambino diventi polisensibile. È comunque importante precisare che non tutti gli allergici hanno bisogno di questa terapia: lo specialista conosce tutte le indicazioni ormai ben definite per la prescrizione e le applica di volta in volta».
In cosa differisce dai classici farmaci antiallergici?
«Oggi sono disponibili sul mercato numerosi farmaci antiallergici molto efficaci nel curare i sintomi e praticamente privi di effetti collaterali. Si tratta però di prodotti che hanno un effetto aspecifico - ovvero vanno bene per chi è allergico all'acaro, alle graminacee, all'ambrosia, eccetera - e non duraturo nel tempo. Anche l'immunoterapia specifica è efficace nel ridurre i sintomi (e quindi mentre la faccio posso risparmiare i farmaci), ma ha almeno due grandi valori aggiunti: essendo specifico per un'allergia è in grado - come si dice in ambito medico - "interferire con la storia naturale della malattia allergica" che spesso evolve verso il peggioramento. In pratica, previene l'evoluzione della rinite in asma e previene la comparsa di nuove allergie dal momento che è stato dimostrato che con il tempo il paziente allergico può sviluppare nuove allergie. Inoltre, se viene effettuato per circa 3 anni, ha un effetto che dura fino a 15 anni dopo che è stato interrotto. Attenzione però. Terapia farmacologica e immunoterapia specifica non sono terapie contrapposte e non si escludono a vicenda, anzi a volte devono essere effettuate, per alcuni periodi, contemporaneamente».
Perché è ancora così poco diffusa se è così efficace e sicura?
«Le motivazioni sono diverse e non facili da riassumere. Potremmo dire che alla base c'è una scarsa conoscenza delle malattie allergiche e della possibilità di curarle in questo modo anche se già da molti anni disponiamo di terapie specifiche ed efficaci. Inoltre, c'è il problema del "tutto e subito": i farmaci oggi disponibili hanno fatto perdere di vista la terapia che agisce sulle cause della malattia anziché limitarsi a curarne i sintomi. Oggi il paziente vuole stare bene subito. E per concludere mi sembra doveroso dire che di questi argomenti si sa poco in generale: non ne sa quasi nulla la popolazione, ma nemmeno il politico che poi prende le decisioni relative alla sanità. In Italia ci sono regioni dove l'immunoterapia specifica è gratuita ed altre nelle quali invece è completamente a carico del paziente. C'è una disparità enorme come se il diritto di curarsi fosse valido per alcuni e non per altri. È importante parlare di questo argomento, c'è un bisogno di attenzione a vari livelli, dal paziente, al politico, al medico».
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