Declino cognitivo lieve: i benefici di un farmaco-nutriente specifico

28 marzo 2018
Aggiornamenti e focus

Declino cognitivo lieve: i benefici di un farmaco-nutriente specifico



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l declino cognitivo lieve è un disturbo che talvolta può precedere lo sviluppo di demenze e malattie neurodegenerative, tra cui l'Alzheimer. Insorge generalmente dai 60 anni in poi, con un'incidenza che può raggiungere il 25 per cento circa nella fascia di età compresa tra gli 80 e gli 84 anni. Dell'argomento si è parlato di recente a Milano, nel corso dell'incontro 'Dove ho messo la testa', organizzato in occasione della Settimana mondiale del cervello.

I campanelli d'allarme

«La perdita di memoria è uno dei segnali meritevoli d'attenzione, ma va distinto dalle normali dimenticanze dettate da stress o stanchezza», afferma Stefano Cappa, presidente della Sindem, Associazione autonoma aderente alla Società italiana di neurologia (Sin) per le demenze. «Sicuramente la ripetitività degli episodi e la progressione del disturbo, che vanno a incidere sulla gestione delle attività quotidiane, sono i sintomi più rilevanti».

A chi rivolgersi

«Una diagnosi precoce è fondamentale per prevenire l'aggravamento della condizione e contrastarne la progressione», avverte Marco Trabucchi, presidente dell'Associazione italiana di psicogeriatria (Aip)». Quando si tratta di richiedere informazioni specifiche sul declino cognitivo lieve, il medico di Medicina generale è il primo referente in quanto, sottolinea Ovidio Brignoli, vicepresidente della Società italiana di medicina generale (Simg), «ha il vantaggio di seguire il paziente nel tempo e quindi di conoscerne la storia». In caso di sospetto declino conseguente a una prima valutazione, sarà poi compito del neurologo o del geriatra sottoporre il soggetto a ulteriori accertamenti diagnostici (basati su esami e test specifici) e, nel caso, definire il percorso terapeutico più idoneo.

Come contrastare il declino cognitivo

Anche se, a oggi, non esistono terapie farmacologiche contro il declino cognitivo lieve, un trattamento nutrizionale specifico - Souvenaid (Nutricia) - sembra offrire nuove opportunità per contrastare la progressione di questo disturbo. I suoi effetti sono stati indagati dallo studio LipiDiDiet, finanziato dall'Unione Europea e condotto da un consorzio indipendente su oltre 300 pazienti di quattro Paesi (Finlandia, Germania, Olanda e Svezia) che hanno assunto il prodotto per 2 anni. Souvenaid contiene una miscela brevettata di nutrienti attivi, tra cui acidi grassi omega-3, colina, uridina monofostato, fosfolipidi, antiossidanti e vitamine del gruppo B che agisce direttamente sulle sinapsi a livello cerebrale e si è dimostrata efficace nel preservare il tessuto cerebrale, la memoria e la capacità dei pazienti di svolgere attività della vita quotidiana, come emerge dai risultati del trial clinico pubblicati su The Lancet Neurology, la più prestigiosa rivista internazionale del settore.

Claudio Buono



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