19 novembre 2018
Aggiornamenti e focus
Il diabete si può fermare, a partire dalla famiglia
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Il diabete è una questione di famiglia, per tutti. La prevalenza della malattia è quasi raddoppiata negli ultimi vent'anni e si stima che ormai in Italia arrivi all'8% della popolazione, con 4 milioni di persone già diagnosticate e almeno 1 milione che ancora ignora la sua condizione, senza contare i circa 7 milioni considerati pre-diabetici. Difficile trovare nuclei non toccati dalla malattia ed è proprio tra le mura di casa che si imparano buone e cattive abitudini che fanno la differenza. "Diabetes concerns every family" è lo slogan della nuova Giornata Mondiale del Diabete, 14 novembre, alla vigilia della quale la Società Italiana di Diabetologia torna a insistere sull'importanza della prevenzione.
"Dobbiamo smettere di pensare all'avanzata del diabete come ineluttabile, con noi medici e tutti gli altri a fare da spettatori. In Paesi come la Finlandia, che hanno iniziato da tempo una lotta ai cattivi stili di vita, dall'alimentazione sbagliata alla sedentarietà, la prevalenza è diminuita. Insomma, si può fare", assicura Francesco Purello, presidente della Sid, che propone un parallelismo. "Quando fu introdotto il divieto di fumo nei locali pubblici, pochi credevano che avrebbe davvero funzionato. Scrolliamoci di dosso il pessimismo e avviamo un percorso di lotta vincente contro la malattia, partendo dalle famiglie e dalle città, dove vivono due terzi dei diabetici. Serve un cambio di mentalità".
Anche Giorgio Sesti, presidente della Fondazione Diabete Ricerca, enfatizza il ruolo della famiglia come "primo nucleo di prevenzione e cura". "Un corretto stile di vita previene il DM2 e consente anche di curarlo usando meno farmaci, la famiglia deve collaborare, per esempio, in modo che tutti mangino sano, senza prevedere una dieta differenziata per il malato. Anche il DM1, che colpisce in età pediatrica, richiede un grande supporto familiare nella terapia. Non bisogna, poi, dimenticare che i livelli di glicemia risentono anche dello stress, quindi problemi familiari possono creare gravi danni".
Andrea Lenzi, presidente dell' Health City Institute, conferma: "I farmaci straordinari che abbiamo a disposizione non bastano a vincere questa battaglia. Le città stanno diventando patogene, la gabbia dorata dove si vive meglio che in campagna può farci del male. Per questo motivo, servono una strategia intersettoriale e interdisciplinare e una forte alleanza tra medici e amministratori pubblici". In quest'ottica di muove il neonato intergruppo parlamentare per la "Qualità della vita delle città" come spiega la segretaria Chiara Spinato: "Siamo partiti con tavoli tematici che incrociano le esigenze dei territori con le abilità del comitato di esperti e lavoriamo alle prime mozioni parlamentari su obesità e diabete. L'impegno è trasversale sia in verticale, dai Comuni al Parlamento, sia in orizzontale, con tutti i gruppi politici".
Il tasso di ricoveri delle persone con diabete, ricorda la Sid, è doppio rispetto a quello dei non diabetici e la degenza è in media un giorno più lunga. Il costo per monitoraggio e cura è più che doppio (in media 2900 euro contro 1300 euro) e almeno metà della spesa è generata dai ricoveri, solo il 7% dai farmaci e il 4% dai dispositivi.
Sono complicazioni e patologie concomitanti ad assorbire il 90% della spesa, contro il 10% generato dalla gestione del diabete in sé. Il 26% dei pazienti è trattato con insulina, da sola o in associazione, un altro 26% con i nuovi farmaci (inibitori di DPP-4, inibitori di SGLT2, analoghi di GLP-1). La metformina è il farmaco più usato (80%) e la Sid punta il dito contro le "vecchie" sulfoniluree e le glinidi ancora usate, rispettivamente, dal 25% e dal 9% dei pazienti, nonostante le linee guida ormai consiglino le nuove terapie più efficaci e sicure.
La Sid ha lanciato anche un concorso per far viaggiare sui social i messaggi sull'importanza della prevenzione, magari intercettando proprio i più giovani. Fino al 19 febbraio si potranno postare su Instagram, con l'hashtag #MoveAndTheCity, foto che raccontino come la propria famiglia si tiene in movimento in città. Il premio, una macchina fotografica professionale, verrà consegnato all'inaugurazione del Congresso della società scientifica a Riccione il prossimo marzo.
Elvio Pasca
Fonte: Nutrizione33
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Il diabete si può prevenire
"Dobbiamo smettere di pensare all'avanzata del diabete come ineluttabile, con noi medici e tutti gli altri a fare da spettatori. In Paesi come la Finlandia, che hanno iniziato da tempo una lotta ai cattivi stili di vita, dall'alimentazione sbagliata alla sedentarietà, la prevalenza è diminuita. Insomma, si può fare", assicura Francesco Purello, presidente della Sid, che propone un parallelismo. "Quando fu introdotto il divieto di fumo nei locali pubblici, pochi credevano che avrebbe davvero funzionato. Scrolliamoci di dosso il pessimismo e avviamo un percorso di lotta vincente contro la malattia, partendo dalle famiglie e dalle città, dove vivono due terzi dei diabetici. Serve un cambio di mentalità".
Anche Giorgio Sesti, presidente della Fondazione Diabete Ricerca, enfatizza il ruolo della famiglia come "primo nucleo di prevenzione e cura". "Un corretto stile di vita previene il DM2 e consente anche di curarlo usando meno farmaci, la famiglia deve collaborare, per esempio, in modo che tutti mangino sano, senza prevedere una dieta differenziata per il malato. Anche il DM1, che colpisce in età pediatrica, richiede un grande supporto familiare nella terapia. Non bisogna, poi, dimenticare che i livelli di glicemia risentono anche dello stress, quindi problemi familiari possono creare gravi danni".
Andrea Lenzi, presidente dell' Health City Institute, conferma: "I farmaci straordinari che abbiamo a disposizione non bastano a vincere questa battaglia. Le città stanno diventando patogene, la gabbia dorata dove si vive meglio che in campagna può farci del male. Per questo motivo, servono una strategia intersettoriale e interdisciplinare e una forte alleanza tra medici e amministratori pubblici". In quest'ottica di muove il neonato intergruppo parlamentare per la "Qualità della vita delle città" come spiega la segretaria Chiara Spinato: "Siamo partiti con tavoli tematici che incrociano le esigenze dei territori con le abilità del comitato di esperti e lavoriamo alle prime mozioni parlamentari su obesità e diabete. L'impegno è trasversale sia in verticale, dai Comuni al Parlamento, sia in orizzontale, con tutti i gruppi politici".
Il tasso di ricoveri delle persone con diabete, ricorda la Sid, è doppio rispetto a quello dei non diabetici e la degenza è in media un giorno più lunga. Il costo per monitoraggio e cura è più che doppio (in media 2900 euro contro 1300 euro) e almeno metà della spesa è generata dai ricoveri, solo il 7% dai farmaci e il 4% dai dispositivi.
Sono complicazioni e patologie concomitanti ad assorbire il 90% della spesa, contro il 10% generato dalla gestione del diabete in sé. Il 26% dei pazienti è trattato con insulina, da sola o in associazione, un altro 26% con i nuovi farmaci (inibitori di DPP-4, inibitori di SGLT2, analoghi di GLP-1). La metformina è il farmaco più usato (80%) e la Sid punta il dito contro le "vecchie" sulfoniluree e le glinidi ancora usate, rispettivamente, dal 25% e dal 9% dei pazienti, nonostante le linee guida ormai consiglino le nuove terapie più efficaci e sicure.
Un concorso per la prevenzione
La Sid ha lanciato anche un concorso per far viaggiare sui social i messaggi sull'importanza della prevenzione, magari intercettando proprio i più giovani. Fino al 19 febbraio si potranno postare su Instagram, con l'hashtag #MoveAndTheCity, foto che raccontino come la propria famiglia si tiene in movimento in città. Il premio, una macchina fotografica professionale, verrà consegnato all'inaugurazione del Congresso della società scientifica a Riccione il prossimo marzo.
Elvio Pasca
Fonte: Nutrizione33
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