Per un pranzo più sano a scuola ci vuole l’intervallo

22 gennaio 2015
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Per un pranzo più sano a scuola ci vuole l’intervallo



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Aumentare il consumo di frutta e verdura da parte dei bimbi e ridurre gli sprechi. Per raggiungere questi traguardi la soluzione è a portata di mano e si chiama intervallo. In base ai risultati di uno studio statunitense da poco pubblicato sulla rivista Preventive medicine, infatti, spostare la pausa dedicata al gioco appena prima del pranzo fa sì che i bimbi consumino tutto il cibo che hanno sul vassoio, frutta e verdura comprese.

«Se l'intervallo è previsto dopo il pranzo, i bambini hanno fretta di lasciare la mensa per dedicarsi alla ricreazione, sacrificando spesso proprio la frutta e la verdura che vengono di conseguenza sprecate» dice David Just, della Cornell university, uno dei due autori del lavoro che ha coinvolto sette scuole elementari di Orem, nello stato dello Utha, analizzando il cibo rimasto nei vassoi e calcolando così i consumi di frutta e verdura dei piccoli studenti.

«Le scuole coinvolte facevano parte del programma National school lunch program, nel quale i bambini sono obbligati a scegliere dal menù scolastico anche un contorno vegetale e un frutto» precisa il ricercatore. Tre delle scuole incluse nello studio hanno modificato il proprio orario spostando l'intervallo a prima del pranzo, mentre le altre quattro hanno lasciato la pausa gioco dopo il pranzo. E questa modifica dell'orario ha dato i suoi frutti.

«Abbiamo notato un aumento del 54 per cento nel consumo di frutta e verdura nelle scuole che hanno spostato l'intervallo prima del pranzo e sono aumentati anche i bimbi che mangiavano almeno una porzione di questi alimenti, con un incremento del 45 per cento» afferma l'autore. E secondo le opinioni degli esperti, questo incremento potrebbe essere dovuto al fatto che, dopo l'intervallo, i bambini arrivano a tavola più affamati e con meno fretta di lasciare la mensa e di conseguenza aumentano le probabilità che finiscano tutto ciò che hanno messo nel vassoio. L'aspetto interessante di questi risultati è che non solo la salute dei bambini, ma anche i sempre più limitati fondi scolastici potrebbero trarre beneficio da una semplice modifica dell'orario, con una riduzione notevole degli sprechi legati all'acquisto del cibo per il pranzo.



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