Celiachia: diagnosi ancora tardiva, ma ora è più facile convivere con la malattia

16 marzo 2015
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Celiachia: diagnosi ancora tardiva, ma ora è più facile convivere con la malattia



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Si parla di celiachia - intesa soprattutto come disturbi intestinali - fin dall'antichità, ma solo verso la metà del secolo scorso si arriva a capire che la malattia si manifesta in persone che sviluppano una forte risposta immunitaria contro il glutine, una sostanza proteica del grano. Questa risposta immunitaria è legata quindi al consumo di cibi ricchi di glutine, che l'organismo riconosce come "nemico", e causa uno stato di infiammazione cronica che danneggia la mucosa intestinale e riduce la capacità di assimilare diversi nutrienti.

Nonostante oggi siano stati chiariti molti meccanismi alla base dello sviluppo della malattia celiaca, la diagnosi resta ancora difficile e si basa su test di laboratorio (ricerca di particolari anticorpi) e sulla biopsia intestinale. I sintomi della celiachia possono infatti essere molto vari oppure addirittura assenti, e inoltre sono spesso simili a quelli di altre malattie che nulla hanno a che fare con l'intolleranza al glutine. Si passa infatti dai sintomi intestinali come diarrea e dolori addominali, a quelli legati alle difficoltà di assorbimento come perdita di peso, ritardo nella crescita (se la malattia si manifesta già nei primi anni di vita), problemi alle ossa, crampi muscolari, anemia, eccetera, ma anche irritabilità e irrequietezza, soprattutto nei bambini.

«Proprio a causa di queste difficoltà in molti casi la celiachia viene diagnosticata in ritardo nei più piccoli e ciò porta a danni a volte irreparabili a livello intestinale e non solo» dice Antii Saari della University of eastern Finland, primo autore di uno studio da poco pubblicato sulla rivista Jama pediatrics. «Lo scopo della nostra ricerca era analizzare i parametri che si utilizzano nello screening di crescita pediatrica e valutare nuove soglie limite che potessero aiutare a diagnosticare la malattia celiaca in anticipo rispetto a quanto avviene oggi» dice l'autore. E per raggiungere l'obiettivo Saari e colleghi hanno definito 5 parametri di screening legati alla crescita (sia in peso, sia in altezza) e hanno verificato su bambini e ragazzi con e senza celiachia se i valori stabiliti potevano essere utili alla diagnosi. Ebbene, dopo aver osservato oltre 51.000 bambini sani e 177 bambini con celiachia, i ricercatori sono giunti alla conclusione che il metodo funziona: «Lo screening si è rivelato specifico e accurato, mettendo in luce problemi di crescita in buona parte delle ragazze (57%) e dei ragazzi (48%) celiaci già due anni prima della diagnosi ufficiale» conclude Saari.

Fino a qualche tempo fa la celiachia era considerata una malattia rara, ma i numeri di prevalenza (numero di persone con la malattia) e incidenza (numero di nuovi casi in un anno) sono in continuo cambiamento. In base ai dati dell'Associazione italiana celiachia (Aic) si stima che un italiano su 100 sia celiaco e che ci sarebbero quindi, solo nel Bel Paese, circa 600.000 malati anche se le diagnosi ufficiali sono molte meno (circa 150.000).
Convivere con questa malattia non è semplicissimo, ma non è certo impossibile. Certo è che oggi l'unica arma a disposizione di un celiaco per tenere sotto controllo la malattia consiste nel seguire scrupolosamente una dieta priva di glutine. Così facendo i sintomi si riducono o scompaiono e, se la malattia è diagnosticata nelle sue fasi iniziali, anche i danni a livello della mucosa dell'intestino possono risolversi senza lasciare traccia.

Cosa può mettere quindi nel piatto chi soffre di celiachia?
Oggi molti ristoranti offrono menù per celiaci e sugli scaffali dei supermercati esistono diversi prodotti privi di glutine (spesso indicati come gluten-free): dalla pasta ai biscotti a tanti altri prodotti da forno che altrimenti sarebbero da bandire dalla tavola. Ma non basta evitare pane e pasta per stare alla larga dal glutine: la proteina è spesso "nascosta" anche in prodotti insospettabili, come gli affettati, o addirittura in alcuni farmaci. L'unico modo per essere sempre certi di poter consumare un alimento è leggere con estrema attenzione le etichette. E si può sempre puntare su cereali che sono privi di glutine come il riso o il mais o sui carboidrati contenuti in fonti diverse dal grano come per esempio le patate. Per approfondire ulteriormente l'argomento è possibile consultare il sito dell'Aic che prevede un'intera sezione dedicata alla dieta senza glutine.



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