21 aprile 2015
Aggiornamenti e focus
Attività artistiche e sociali per mantenere giovane il cervello
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Arte, attività sociali e informatica. Chi si dedica a queste attività ha più probabilità di rallentare l'invecchiamento del cervello e di evitare quello che in gergo tecnico si chiama "decadimento cognitivo lieve". È quanto emerge da uno studio recentemente pubblicato sulla rivista Neurology nel quale sono stati coinvolti 256 anziani (età media di poco superiore a 87 anni) senza problemi cognitivi all'inizio dello studio.
«Abbiamo raccolto informazioni sullo stile di vita direttamente dai partecipanti grazie a specifici questionari, mentre i dati clinici sono stati raccolti dalle cartelle mediche» dice Rosebud Roberts, epidemiologa della Mayo clinic di Rochester, negli Stati Uniti, e prima autrice del lavoro. Oltre ad analizzare l'influenza delle attività svolte nel corso degli anni sul rischio di decadimento cognitivo, gli autori hanno infatti valutato se ci fossero legami tra particolari condizioni di salute e rischio di sviluppare questa forma di demenza. «Nel corso di un periodo di circa 4 anni, 121 partecipanti allo studio hanno mostrato problemi cognitivi lievi e il rischio era più alto in base al numero di problemi vascolari presenti e in chi mostrava sintomi depressivi o ipertensione iniziata nella mezza età» spiega l'autrice, ricordando che i dati non dimostrano che queste condizioni cliniche siano la causa dei problemi cognitivi, ma si limitano a mettere in luce l'esistenza di un legame. Legame che è presente, pur orientato nella direzione opposta, anche per la partecipazione ad attività artistichee sociali e per l'utilizzo del computer.
«Il rischio di decadimento cognitivo lieve si riduce notevolmente - praticamente si dimezza - nelle persone che si dedicano a queste attività già nella mezza età o, per quanto riguarda il computer, anche da anziani» conferma Roberts. Non è ancora del tutto chiaro se siano le attività a proteggere il cervello dall'invecchiamento o se le persone "con il cervello più giovane" siano più propense a scegliere queste occupazioni.
«Dati recenti suggeriscono che alcune attività artistiche possano stimolare aree del cervello più vulnerabili al danno dell'invecchiamento» dice Anton Porsteinsson direttore della Alzheimer's disease care alla university of rochester school of medicine di New York. E Vernon Williams neurologo della KerlanJobe orthopaedic clinic di Los Angeles, conclude: «I risultati di questo studio sono l'ennesimo esempio di quanto sia importante promuovere la salute neurologica nel corso dell'intera durata della vita, anche promuovendo un atteggiamento ottimistico e un cambiamento nello stile di vita».
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