Il metabolismo può essere nemico del successo della dieta

18 maggio 2015
Aggiornamenti e focus

Il metabolismo può essere nemico del successo della dieta



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Formica o cicala? Il successo di una dieta dimagrante dipende anche dal metabolismo individuale che può avere le caratteristiche della formica risparmiatrice o della cicala più "spendacciona". Lo affermano dalle pagine della rivista Diabetes i ricercatori statunitensi guidati da Martin Reinhardt del Us national institute of diabetes and digestive and kidney disease.

«I risultati del nostro studio sostengono l'idea che alcune persone devono lavorare più sodo di altre per dimagrire a causa di differenze metaboliche» esordisce l'autore che assieme ai colleghi ha analizzato un piccolo gruppo di 12 persone obese, uomini e donne, per capire se chi ha un metabolismo risparmiatore perde meno peso di chi invece ne ha uno meno parsimonioso durante un regime alimentare a calorie ridotte.

«Definiamo "risparmiatore" un metabolismo che si riduce molto durante il digiuno e aumenta poco quando le calorie della dieta sono troppe». Precisa Reinhardt descrivendo poi lo svolgimento dello studio: «Grazie alla tecnica della calorimetria diretta abbiamo misurato le risposte durante un digiuno di 24 ore o una dieta molto ipercalorica in termini di energia spesa». Dopo queste misurazioni che sono servite a stabilire il tipo di metabolismo di ciascuno, i 12 partecipanti hanno seguito una dieta ipocalorica per sei settimane, con risultati che lasciano poco spazio al dubbio. Un metabolismo risparmiatore si traduce in un minor numero di chili persi nel corso della dieta, anche dopo aver tenuto conto di fattori che potrebbero influenzare i dati finali come età, genere, origine razziale e peso all'inizio dello studio.

«Le persone obese che si sottopongono a diete dimagranti possono avere risposte metaboliche molto varie alla riduzione dell'energia introdotta con il cibo» afferma Susanne Votruba, co-autrice della ricerca. «In parte il risultato della dieta dipende da fattori comportamentali come per esempio il rispetto delle nuove regole alimentari, ma i risultati ottenuti dimostrano che è necessario ampliare lo sguardo e includere nel quadro anche le caratteristiche fisiologiche dei singoli individui». In effetti, stando ai dati ottenuti dai ricercatori statunitensi, quello delle diete dimagranti è un contesto nel quale l'essere parsimoniosi (dal punto di vista metabolico) non paga.

E lo si deduce anche dal fatto che le persone con un metabolismo "spendaccione", che diminuisce molto poco nel corso del digiuno, sono quelle che perdono più chili dando un taglio alle calorie. Al momento non è chiaro se le persone nascano con differenti risposte metaboliche alla riduzione calorica o se queste risposte cambino nel tempo, ma i risultati della ricerca potranno un giorno aiutare a preparare approcci personalizzati per perdere peso nelle persone obese.

«Ricordiamoci poi che la biologia non è tutto: una dieta bilanciata e un'attività fisica regolare sul lungo periodo possono essere molto efficaci per perdere peso» conclude Reinhardt.



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