L’Alzheimer comincia dalla memoria spaziale
I principali segni che annunciano il progressivo declino delle funzioni intellettive nelle persone affette dalla malattia di Alzheimer sono rappresentati da alterazioni della memoria visuo-spaziale. È quanto riportato da ricercatori dell'Alzheimer Disease Research Center, Washington University School of Medicine in uno studio pubblicato di recente su Archives of Neurology. La memoria visuo-spaziale codifica e immagazzina le informazioni senza intenzionalità e gioca un ruolo fondamentale nelle attività quotidiane, come localizzare luoghi e oggetti, orientarsi nello spazio. Gli autori, insieme a questo tipo di memoria, hanno valutato cosa succede a quella globale, verbale e funzionale, analizzandone l'evoluzione per circa sei anni in 444 pazienti di età compresa tra 60 e 101 anni che all'inizio dello studio non presentavano alcun problema cognitivo. Nei 134 individui che hanno sviluppato demenza è stato possibile osservare segni di declino della memoria visuo-spaziale tre anni prima della diagnosi accertata di malattia di Alzheimer, mentre quella verbale e funzionale hanno incominciato ad alterarsi due anni prima. Infine, la memoria globale risulterebbe quella compressa in maniera più tardiva e cioè solo a un anno dalla diagnosi di demenza. (L.A.)
Archives of Neurology 2009, 66, 1254-1259
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