15 giugno 2015
Interviste
La dieta mediterranea dimezza il rischio di tumore dell’endometrio
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Tra i molti benefici associati alla dieta mediterranea c'è anche una protezione dal tumore dell'endometrio, il cui rischio appare più che dimezzato nelle donne la cui alimentazione rispecchia fedelmente le raccomandazioni: lo rivela uno studio italiano, finanziato dalla Fondazione italiana per la ricerca sul cancro (Firc), appena pubblicati sul British Journal of Cancer da un ampio gruppo di ricercatori, tra cui il medico ed epidemiologo Diego Serraino, del Centro di riferimento oncologico di Aviano, con cui ne abbiamo parlato per Dica33 (gli altri istituti di ricerca coinvolti sono: l'Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano, l'Università di Milano, l'Istituto nazionale dei tumori di Napoli e l'Università di Losanna, in Svizzera).
Dottor Serraino, che cosa ha concluso il vostro studio?
«Credo che sia utile fare una breve premessa: quando si parla di abitudini alimentari e salute occorre sempre tener presente che qualunque ragionamento è complesso, perché anche solo nell'ambito delle malattie neoplastiche (o tumori) ci solo oltre 200 malattie diverse. Trovare una correlazione con il consumo di uno o più alimenti specifici è un lavoro molto difficile, anche perché ci sono molti fattori che possono influenzare il risultato. Nel caso del tumore dell'endometrio, l'effetto dell'alimentazione è legato all'azione degli ormoni estrogeni.
La nostra indagine - uno studio osservazionale basato sulla raccolta di questionari sul comportamento alimentare - ha preso in esame oltre 5.000 donne italiane, valutando la relazione tra aderenza alla dieta mediterranea e rischio di sviluppare il tumore dell'endometrio.
In particolare abbiamo concentrato l'attenzione su nove componenti della alimentazione quotidiana, che caratterizzano la dieta mediterranea: abbondanza di verdura (numero 1) e frutta (numero 2), legumi (3), cereali (4) e patate (5), pesce e grassi polinsaturi (6); relativa limitazione nell'assunzione di carne (7) e di latte e latticini (8) e moderazione nel consumo di alcol (9)».
Ci sono alcuni alimenti più salutari di altri?
«Come dicevamo la questione è ricca di sfaccettature, ma quel che è certo è che aggiungere un pomodoro o una mela alla propria dieta cambia ben poco le cose: quello che conta veramente è l'equilibrio complessivo, il cosiddetto "pattern", ovvero le caratteristiche della nostra alimentazione che si ripetono settimana dopo settimana, mese dopo mese.
Dalla nostra ricerca appare che le donne le cui abitudini alimentari corrispondono di più ai dettami della dieta mediterranea (ossia quelle la cui dieta complessivamente presenta almeno sette delle nove caratteristiche elencate) presentano una riduzione del rischio di tumore dell'endometrio del 57% rispetto a quelle con un'alimentazione meno somigliante alla dieta mediterranea, con un andamento che suggerisce un rapporto di causa ed effetto».
Quindi conta più l'insieme dei singoli alimenti?
«Senz'altro. E conta moltissimo anche la quantità di cibo assunto, perché è oramai assodato che sovrappeso e obesità comportano un aumento significativo di rischi per la salute in molti ambiti diversi. È senz'altro utile prendere in considerazione una drastica modifica dell'alimentazione - e in generale degli stili di vita - quando la circonferenza addominale supera i 90 centimetri per gli uomini e gli 80 centimetri per le donne, tenendo sempre presente che questi valori sono un'indicazione importante ma occorre valutare ogni situazione caso per caso».
Supplementi e integratori alimentari possono aiutare ad arricchire la dieta?
«Direi proprio di no, se non in casi specifici di carenza diagnosticata da un medico. Il nostro studio mostra infatti che se si segue la dieta mediterranea non c'è alcun motivo di aggiungere supplementi o integratori».
Fabio Turone
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