22 febbraio 2023
Aggiornamenti e focus, Speciale Vitamina D
La vitamina D protegge dal melanoma
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Le persone che assumono con regolarità integratori a base di vitamina D hanno un rischio dimezzato di sviluppare melanoma rispetto a chi non assume questa sostanza. A mostrarlo è una ricerca coordinata da Ilkka Harvima, dell'University of Eastern Finland, e pubblicata su Melanoma Research.
La vitamina D ha un ruolo nel normale funzionamento dell'organismo, oltre ad essere chiave in molte malattie. Secondo gli autori della ricerca, il legame tra vitamina D e tumori della pelle è stato abbondantemente studiato in passato, ma questi studi si sono focalizzati sui livelli sierici di calcidiolo, un metabolita della vitamina D, e sulla sua associazione con i tumori della pelle.
La pelle delle persone può esprimere enzimi che possono biologicamente attivare o inattivare i metaboliti della vitamina D. Tuttavia, i livelli di calcidiolo sierico non possono fornire informazioni rispetto a come la vitamina D verrà metabolizzata. Per questo, secondo Harvima e colleghi, raccogliere dati sui livelli sierici di calcidiolo non può dare indicazioni esaustive e accurato sull'eventuale aumentato rischio di una persona di andare incontro a un tumore della pelle.
Per lo studio, il team ha valutato sia i livelli sierici di calcidiolo dei partecipanti che raccolto dati sui casi di melanoma e la quantità di vitamina D da loro assunta con gli integratori.
La ricerca ha incluso 490 pazienti ad aumentato rischio di tumore della pelle come carcinoma a cellule basali, carcinoma a cellule squamose o melanoma. I ricercatori hanno osservato, prima di tutto, il livello di rischio del paziente, distinguendolo in basso, moderato o alto. Successivamente, i partecipanti sono stati divisi in tre gruppi sulla base dell'assunzione di integrazione di vitamina D, quindi in utilizzatori, non utilizzatori e utilizzatori occasionali. I livelli sierici di calcidiolo sono stati misurati nel 50% di tutti i partecipanti e i ricercatori hanno osservato che tra chi assumeva regolarmente vitamina D c'erano meno casi di melanoma rispetto a chi non la prendeva. Inoltre, la classificazione del rischio di tumore della pelle era considerevolmente migliore per chi usava con regolarità questo integratore.
Non vi era, poi, un'associazione statisticamente significativa tra consumo di vitamina D e gravità della malattia e i livelli sierici di calcidiolo non erano significativamente associati con un peggioramento dei cambiamenti della pelle.
Riferimenti bibliografici:
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Il ruolo della vitamina D e dei suoi metaboliti
La vitamina D ha un ruolo nel normale funzionamento dell'organismo, oltre ad essere chiave in molte malattie. Secondo gli autori della ricerca, il legame tra vitamina D e tumori della pelle è stato abbondantemente studiato in passato, ma questi studi si sono focalizzati sui livelli sierici di calcidiolo, un metabolita della vitamina D, e sulla sua associazione con i tumori della pelle.
La pelle delle persone può esprimere enzimi che possono biologicamente attivare o inattivare i metaboliti della vitamina D. Tuttavia, i livelli di calcidiolo sierico non possono fornire informazioni rispetto a come la vitamina D verrà metabolizzata. Per questo, secondo Harvima e colleghi, raccogliere dati sui livelli sierici di calcidiolo non può dare indicazioni esaustive e accurato sull'eventuale aumentato rischio di una persona di andare incontro a un tumore della pelle.
Per lo studio, il team ha valutato sia i livelli sierici di calcidiolo dei partecipanti che raccolto dati sui casi di melanoma e la quantità di vitamina D da loro assunta con gli integratori.
Le evidenze sulla popolazione finlandese
La ricerca ha incluso 490 pazienti ad aumentato rischio di tumore della pelle come carcinoma a cellule basali, carcinoma a cellule squamose o melanoma. I ricercatori hanno osservato, prima di tutto, il livello di rischio del paziente, distinguendolo in basso, moderato o alto. Successivamente, i partecipanti sono stati divisi in tre gruppi sulla base dell'assunzione di integrazione di vitamina D, quindi in utilizzatori, non utilizzatori e utilizzatori occasionali. I livelli sierici di calcidiolo sono stati misurati nel 50% di tutti i partecipanti e i ricercatori hanno osservato che tra chi assumeva regolarmente vitamina D c'erano meno casi di melanoma rispetto a chi non la prendeva. Inoltre, la classificazione del rischio di tumore della pelle era considerevolmente migliore per chi usava con regolarità questo integratore.
Non vi era, poi, un'associazione statisticamente significativa tra consumo di vitamina D e gravità della malattia e i livelli sierici di calcidiolo non erano significativamente associati con un peggioramento dei cambiamenti della pelle.
Sabina Mastrangelo
Riferimenti bibliografici:
In evidenza:
- Speciale Vitamina D
- Lavorare all’aperto diminuisce il deficit di vitamina D
- Vitamina D, bastano poche e massicce dosi
- La carenza di vitamina D in post-menopausa favorisce la sindrome metabolica
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