11 aprile 2023
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Malattia di Alzheimer e cattiva qualità del sonno
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Secondo uno studio pubblicato su Acta Neuropathologica Communications, ci sarebbe una correlazione tra una scarsa qualità del sonno e la malattia di Alzheimer.
«La malattia di Alzheimer è caratterizzata da fattori di rischio genetici e multifattoriali. Molti studi correlano questa patologia ai disturbi del sonno, ma la situazione non era del tutto chiara» spiega Valeria Vasciaveo, dell'Università di Torino, prima autrice del lavoro. Per approfondire la questione, i ricercatori hanno preparato e convalidato un modello murino che permettesse di valutare il legame tra malattia di Alzheimer e frammentazione del sonno, imitando una condizione reale di risveglio intermittente.
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«La malattia di Alzheimer è caratterizzata da fattori di rischio genetici e multifattoriali. Molti studi correlano questa patologia ai disturbi del sonno, ma la situazione non era del tutto chiara» spiega Valeria Vasciaveo, dell'Università di Torino, prima autrice del lavoro. Per approfondire la questione, i ricercatori hanno preparato e convalidato un modello murino che permettesse di valutare il legame tra malattia di Alzheimer e frammentazione del sonno, imitando una condizione reale di risveglio intermittente.
Gli esperti hanno notato che la frammentazione del sonno induce un'accelerazione generale della progressione della malattia di Alzheimer nei topi modificati geneticamente per essere più predisposti alla deposizione di beta-amiloide, mentre nei topi wild type influenza i comportamenti cognitivi, in particolare l'apprendimento e la memoria. Entrambi questi eventi sono stati correlati alla modulazione dell'acquaporina-4 (AQP4), una proteina-canale per l'acqua che è presente in alcune aree del sistema nervoso centrale (SNC), e che ha un ruolo fondamentale nel sistema g linfatico.
La frammentazione del sonno influenza in modo differenziato l'espressione del canale dell'acquaporina-4 (AQP4) a seconda dello stadio della malattia, con una sovraregolazione negli animali più giovani, mentre tale cambiamento non può essere rilevato in quelli più anziani. Inoltre, nei topi wild type la frammentazione del sonno influenza i comportamenti cognitivi, in particolare l'apprendimento e la memoria, compromettendo il sistema glinfatico attraverso la diminuzione dell'AQP4.
Gli autori affermano che sarà necessario uno studio approfondito per comprendere meglio il meccanismo attraverso il quale l'AQP4 viene modulata, e se essa possa essere considerata un fattore di rischio per lo sviluppo della malattia nei topi wild type. «Se le nostre ipotesi saranno confermate, la modulazione dell'AQP4 potrebbe rappresentare il punto di convergenza tra i meccanismi patogenetici della malattia di Alzheimer e dei disturbi del sonno» concludono i ricercatori.
fonte: Doctor33
fonte: Doctor33
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