27 luglio 2023
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Tumore colon-retto: radiomica, AI e metaverso migliorano diagnosi e cura
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Digitale, intelligenza artificiale, realtà aumentata, tecnologie immersive, metaverso: il futuro del trattamento del tumore del colon-retto, che con 48.000 nuovi casi l'anno e 21.000 decessi è il secondo tumore per impatto clinico nel nostro Paese, è sempre più digitale. Ma la tecnologia seppur sempre più avanzata resta al servizio del chirurgo al quale non può mai sostituirsi, affiancandolo però sempre di più.
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Lo sottolineano i chirurghi italiani ed europei che si sono riuniti a Verona per il congresso internazionale di chirurgia oncologica del retto organizzato dalla Chirurgia generale dell'Irccs Sacro Cuore Don Calabria di Negrar, diretta da Giacomo Ruffo.
Ma anche per le neoplasie localmente più avanzate - evidenziano gli esperti - la chirurgia trova indicazione come cura. La percentuale di sopravvivenza dopo 5 anni è di oltre il 60%, grazie ai programmi di screening e all'evolversi delle tecniche chirurgiche con il supporto delle nuove tecnologie.
Gli esperti hanno spiegato che l'intelligenza artificiale può guidare la scelta degli interventi, la realtà aumentata può renderli più efficaci e il metaverso può migliorare la formazione dei chirurghi ma anche aumentare la qualità degli interventi e l'accesso dei pazienti alle cure.
Un esempio è la radiomica, in cui le immagini diagnostiche vengono analizzate dall'Ai che è in grado di elaborare una quantità enorme di dati prodotti da Tac e risonanza magnetica. Ciò consente di ricavare informazioni in grado di predire se un tumore possa rispondere con successo o meno a una determinata terapia, permettendo al paziente di accedere da subito al trattamento più indicato. Inoltre, l'analisi avanzata dei dati clinici con metodologie di intelligenza artificiale migliora la chirurgia del colon retto, riducendo per esempio il tasso di incidenza delle complicanze post-operatorie fino al 6%.
Ma anche per le neoplasie localmente più avanzate - evidenziano gli esperti - la chirurgia trova indicazione come cura. La percentuale di sopravvivenza dopo 5 anni è di oltre il 60%, grazie ai programmi di screening e all'evolversi delle tecniche chirurgiche con il supporto delle nuove tecnologie.
Gli esperti hanno spiegato che l'intelligenza artificiale può guidare la scelta degli interventi, la realtà aumentata può renderli più efficaci e il metaverso può migliorare la formazione dei chirurghi ma anche aumentare la qualità degli interventi e l'accesso dei pazienti alle cure.
Un esempio è la radiomica, in cui le immagini diagnostiche vengono analizzate dall'Ai che è in grado di elaborare una quantità enorme di dati prodotti da Tac e risonanza magnetica. Ciò consente di ricavare informazioni in grado di predire se un tumore possa rispondere con successo o meno a una determinata terapia, permettendo al paziente di accedere da subito al trattamento più indicato. Inoltre, l'analisi avanzata dei dati clinici con metodologie di intelligenza artificiale migliora la chirurgia del colon retto, riducendo per esempio il tasso di incidenza delle complicanze post-operatorie fino al 6%.
L'intelligenza artificiale sta diventando uno strumento sempre più importante anche in chirurgia e i modelli predittivi e le applicazioni intraoperatorie stanno aprendo la strada verso una chirurgia personalizzata, sempre più spesso anche grazie all'impiego dei robot. Il progetto SARAS (Smart Autonomous Robotic Assistant Surgeon) dell'Unione europea, per esempio, sta sviluppando la prossima generazione di sistemi robotici chirurgici che consentiranno a un singolo chirurgo di eseguire la chirurgia robotica minimamente invasiva senza la necessità di un assistente chirurgo esperto. Già oggi la chirurgia robotica, con 1,5 milioni di procedure nel mondo, è ampiamente utilizzata ma i tassi di crescita medi sono del 17% annui: gli algoritmi di intelligenza artificiale sono parte fondamentale dello sviluppo della robotica perché aiutano a riconoscere tessuti sani e malati con una maggiore accuratezza e aiuteranno a rendere la robotica sempre più accurata e riproducibile, dando ai chirurghi 'super-abilità' nello svolgere i loro compiti.
Senza contare le prospettive possibili grazie all'arrivo del metaverso in sala operatoria: "L'intelligenza artificiale può essere applicata alla chirurgia del colon-retto in varie fasi prima, durante e dopo gli interventi. Coni visori dedicati che permettono di immergersi nel metaverso virtuale tridimensionale, per esempio, è possibile connettersi e condividere contenuti da qualunque parte del mondo per abbattere le barriere di distanza, consentendo quindi una maggiore equità di accesso alle cure ai pazienti che vivono anche nelle aree più remote, distanti dagli ospedali e dai centri di riferimento" osserva Giacomo Ruffo, direttore della Chirurgia Generale dell'IRCCS Negrar. "I chirurghi nel metaverso possono poi 'allenarsi' su modelli virtuali specifici [...]; la realtà aumentata già oggi sta mostrando, sebbene su casistiche limitate, una buona capacità di miglioramento degli esiti oncologici grazie a una maggiore personalizzazione dell'intervento, all'ottimale visione tridimensionale, a un miglioramento considerevole della formazione chirurgica e può perfino ridurre l'ansia preoperatoria. Il metaverso potrà anche ridurre i costi di erogazione delle cure, di formazione medica e di gestione dei dati, creando anche nuove opportunità di archiviazione, condivisione e accesso ai dati stessi, ma sarà anche una preziosa occasione di prevenzione".
"Naturalmente la tecnologia resta al servizio del chirurgo - conclude Ruffo - al quale non può mai sostituirsi e cui spetta sempre l'interpretazione delle informazioni ricevute dai vari supporti tecnologici".
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