31 ottobre 2023
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Aderenza alla terapia: scarsa nei giovani con diabete
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Nei pazienti con diabete di tipo 2 a esordio giovanile l'aderenza ai farmaci ipolipemizzanti e antipertensivi è molto scarsa rispetto agli antidiabetici. Lo afferma Paula Trief, professore di psichiatria e scienze comportamentali alla State University of New York Upstate Medical University di Syracuse, coautrice di uno studio pubblicato JAMA Network Open e mirato a valutare l'aderenza ai farmaci nei giovani adulti con diabete di tipo 2 a esordio giovanile e diagnosi di ipertensione, nefropatia o dislipidemia.
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«Data l'elevata prevalenza di questi disturbi è importante comprendere l'aderenza ai farmaci antipertensivi e ipolipemizzanti, in quanto tali terapie possono ridurre gli eventi cardiovascolari a esordio precoce e contribuire a prevenire la progressione verso la malattia renale allo stadio terminale» scrivono gli autori, che hanno misurato l'aderenza ai farmaci con 3 conteggi mensili senza preavviso delle pillole in 2 punti temporali a 1 anno di distanza.
L'analisi, nota come iCount, ha incluso 243 partecipanti allo studio TODAY, Treatment Options for Type 2 Diabetes in Adolescents and Youth, che presentavano ipertensione, neuropatia o dislipidemia. Mentre TODAY si stava concludendo, tra il 2017 e il 2019, i ricercatori hanno effettuato telefonate senza preavviso ai partecipanti per verificare l'aderenza alla terapia. E confrontando le compresse assunte con quelle prescritte, gli autori hanno calcolato l'aderenza di ciascun partecipante, alla terapia, scoprendo una bassa aderenza nell'80% dei partecipanti con ipertensione o nefropatia.
I soggetti con bassa aderenza, rispetto a quelli con aderenza alta erano più giovani e avevano un livello di emoglobina glicata più alto. «Un punto di forza di iCount è che l'aderenza non è autosegnalata, ma valutata con conteggi non annunciati» sottolinea Trief. E conclude: «Per migliorare l'aderenza alla terapia allo scopo di prevenire eventi vascolari precoci, servono approcci che affrontino le preoccupazioni relative ai farmaci, tra cui la scarsa efficacia e la potenziale teratogenicità. Sarebbe opportuno, quindi, che i medici si ritagliassero del tempo per ascoltare le loro preoccupazioni sui farmaci prescritti, piuttosto che limitarsi a scrivere solo ricette».
fonte: Doctor33
fonte: Doctor33
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