Disturbo da deficit di attenzione: facciamo chiarezza

26 giugno 2024
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Disturbo da deficit di attenzione: facciamo chiarezza



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Disturbo da deficit di attenzione con o senza iperattività. È il significato dell'acronimo ADHD e nulla ha a che vedere con l'intelligenza. Indica un disturbo dello sviluppo che nel nostro Paese interessa circa il 2,9% della popolazione tra i 5 e i 17 anni e le cui cause non sono ancora note anche se sembra siano dovute a fattori principalmente genetici (non è esclusa l'influenza dell'ambiente o problemi del sistema nervoso centrale nei momenti chiave dello sviluppo). Si stima che da 1 a 2 milioni di italiani ne siano affetti senza saperlo. ADHD infatti è trasversale. Può colpire bambini, ragazzi e adulti: ad alcuni viene diagnosticato dopo la scuola superiore ed è più comune tra gli uomini. Può attenuarsi negli anni ma non scompare: in genere le difficoltà di concentrazione  permangono. Il disturbo influisce sulla capacità di concentrazione, rende difficile stare fermi, pensare prima di agire, organizzarsi e seguire delle istruzioni. Ma può arrivare a interessare anche altre abilità come il controllo delle proprie emozioni. Non si tratta, dunque, di mancanza di forza di volontà o di pigrizia. L'ADHD pone sfide in molti ambiti (scuola, lavoro, vita quotidiana) e chi ne è affetto deve fare grandi sforzi per riuscire a prestare attenzione a controllare i propri impulsi. La diagnosi e il trattamento precoci possono fare una grande differenza nei risultati.

Tre le categorie di sintomi che vengono rilevati e la cui intensità varia da persona a persona anche se nel 20% dei casi tutti e tre i sintomi si presentano associati:


  • Deficit di attenzione: incapacità di mantenere l'attenzione, completare un compito, dimenticanze frequenti

  • Iperattività motoria: agitazione continua, incapacità a stare fermi

  • Impulsività: difficoltà ad aspettare, tendenza a interrompere le attività di altri


Sintomi che nel quotidiano si concretizzano in difficoltà a:


  • Gestire il tempo

  • Organizzarsi e restare organizzati

  • Stabilire priorità

  • Pianificare

  • Controllare le emozioni

  • Prestare attenzione e ricordare cose

  • Avviare e completare un'attività

  • Pensare prima di dire o fare qualcosa


Solo un medico (medici di medicina generale, pediatri, psichiatri, pediatri dello sviluppo, neuropsicologi, psicologi clinici) può fare una diagnosi di ADHD e comunque può individuarla quando mancanza di attenzione, iperattività e impulsività durano da oltre 6 mesi e influiscono sulla qualità della vita. Il trattamento consiste nella somministrazione di farmaci e nella terapia comportamentale. Nonostante non curi l'ADHD, può rendere i sintomi molto più gestibili.

A che cosa serve allora prestare attenzione? I bambini con ADHD presentano alcune di queste caratteristiche, anche combinate:


  • Litigano spesso in classe

  • Tendono ad avere più incidenti e lesioni rispetto a bambini che non soffrono di ADHD

  • Hanno una bassa autostima

  • Hanno maggiori problemi nell'interazione e nell'essere accettati da coetanei e adulti

  • Sono a maggior rischio di abuso di alcol, droghe e altri comportamenti borderline


Carla de Meo






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