01 ottobre 2015
Aggiornamenti e focus, Speciale Salute del respiro
Isoflavoni della soia inefficaci nel trattamento dell’asma
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Non sembra che gli isoflavoni della soia (sostanze estratte dalle proteine della soia che presentano una struttura simile agli estrogeni e con simili azioni fisiologiche) siano davvero utili nella terapia dell'asma. L'interesse per le terapie naturali induce non pochi malati a ricorrervi, in alcuni casi con successo, in altri con risultati meno certi. Ciò che conta è che la validità di queste terapie venga valutata e vagliata con studi clinici rigorosi e controllati, ma l'esecuzione di questi studi porta talvolta a qualche delusione. È il caso appunto dell'uso degli isoflavoni della soia nel trattamento dell'asma.
Alcune precedenti osservazioni avevano suggerito che la supplementazione con isoflavoni della soia fosse utile nei pazienti con asma scarsamente controllato. «Gli isoflavoni della soia sono composti vegetali strutturalmente simili agli estrogeni umani, dotati di azione antiossidante» spiega Lewis Smith della Northwestern university di Chicago. In particolare, la genisteina, un flavonoide contenuto nei legumi e in alcune erbe medicinali, sembra avere la capacità di ridurre l'infiammazione delle vie aeree nell'asma allergico. Gli studi in questo campo erano tuttavia limitati.
Un contributo arriva ora da un gruppo di ricercatori statunitensi che hanno condotto uno studio in poco meno di 400 fra adulti e bambini di età superiore ai 12 anni con un asma non ben controllato da cui emerge che in realtà gli isoflavoni non migliorano né la funzione polmonare, né i sintomi di asma.
I pazienti, che stavano tutti effettuando una terapia con farmaci per controllare l'asma, sono stati suddivisi in maniera casuale in due gruppi: uno ha seguito per 24 settimane una dieta con aggiunta di isoflavoni della soia, mentre nell'altro gruppo veniva aggiunto un placebo. I ricercatori hanno così scoperto che la funzione polmonare (misurata con il volume espiratorio forzato nel primo secondo, Fev1) non era significativamente differente nel gruppo che riceveva isoflavoni rispetto a chi riceveva il placebo; inoltre non vi erano differenze per quanto riguarda i sintomi, la qualità della vita e l'infiammazione delle vie aeree. «A giudicare da questi risultati gli isoflavoni della soia non dovrebbero essere usati nell'asma scarsamente controllato», è la conclusione del ricercatore.
Fonte: JAMA. 2015;313(20):2033-2043. doi:10.1001/jama.2015.5024
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Alcune precedenti osservazioni avevano suggerito che la supplementazione con isoflavoni della soia fosse utile nei pazienti con asma scarsamente controllato. «Gli isoflavoni della soia sono composti vegetali strutturalmente simili agli estrogeni umani, dotati di azione antiossidante» spiega Lewis Smith della Northwestern university di Chicago. In particolare, la genisteina, un flavonoide contenuto nei legumi e in alcune erbe medicinali, sembra avere la capacità di ridurre l'infiammazione delle vie aeree nell'asma allergico. Gli studi in questo campo erano tuttavia limitati.
Un contributo arriva ora da un gruppo di ricercatori statunitensi che hanno condotto uno studio in poco meno di 400 fra adulti e bambini di età superiore ai 12 anni con un asma non ben controllato da cui emerge che in realtà gli isoflavoni non migliorano né la funzione polmonare, né i sintomi di asma.
I pazienti, che stavano tutti effettuando una terapia con farmaci per controllare l'asma, sono stati suddivisi in maniera casuale in due gruppi: uno ha seguito per 24 settimane una dieta con aggiunta di isoflavoni della soia, mentre nell'altro gruppo veniva aggiunto un placebo. I ricercatori hanno così scoperto che la funzione polmonare (misurata con il volume espiratorio forzato nel primo secondo, Fev1) non era significativamente differente nel gruppo che riceveva isoflavoni rispetto a chi riceveva il placebo; inoltre non vi erano differenze per quanto riguarda i sintomi, la qualità della vita e l'infiammazione delle vie aeree. «A giudicare da questi risultati gli isoflavoni della soia non dovrebbero essere usati nell'asma scarsamente controllato», è la conclusione del ricercatore.
Fonte: JAMA. 2015;313(20):2033-2043. doi:10.1001/jama.2015.5024
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