La mente invecchia meglio grazie al computer

22 marzo 2016
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La mente invecchia meglio grazie al computer



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"Use it or lose it", dicono gli inglesi: "o lo usi o lo perdi". E stando ai risultati di uno studio che verrà presentato in aprile al meeting annuale della American academy of neurology a Vancouver, in Canada, questo detto vale anche per il cervello. In particolare, un gruppo di esperti guidati da Janina Krell-Roesch, ricercatrice presso la Mayo clinic di Scottsdale in Arizona, ha osservato che mettersi di fronte al computer una volta a settimana si associa nelle persone anziane a una riduzione del rischio di quello che viene definito "decadimento cognitivo lieve", un precursore della demenza.

«Non conosciamo nel dettaglio i meccanismi che sono alla base di questa associazione e quindi possiamo solo fare ipotesi sul perché il computer aiuti il cervello a rimanere in forma» spiega l'autrice che propone tre possibilità. «È possibile che gli anziani che si dedicano al computer siano anche in generale più attenti a uno stile di vita sano, oppure l'uso del computer potrebbe portare a cambiamenti positivi a livello cerebrale. Infine, si può anche ipotizzare che il computer possa aiutare gli anziani ad affrontare meglio i problemi di memoria non appena si presentano» spiega Krell-Roesch ricordando che lo studio non mette in luce un rapporto causa-effetto, ma solo un'associazione tra uso del Pc e il minor rischio di decadimento cognitivo.

Nel loro studio, i ricercatori d'oltre oceano hanno valutato anche l'effetto di altre attività sulle capacità cognitive degli oltre 1.900 adulti di età superiore a 70 anni coinvolti nell'analisi. «Oltre all'uso del computer anche altre attività sono utili al cervello per invecchiare bene» sostiene l'autrice fornendo anche alcuni dati. Usare il computer almeno una volta a settimana si associa a una riduzione del rischio di decadimento cognitivo lieve del 42 per cento, percentuale che scende al 30 per cento per chi si dedica con la stessa frequenza alla lettura di riviste, al 23 per cento per chi partecipa ad attività sociali e al 16 per cento per chi si dedica ad attività manuali come il lavoro a maglia. «In questo tipo di situazioni non è semplice stabilire con chiarezza un rapporto causa-effetto, ma di certo quando gli anziani sono coinvolti in attività che li impegnano, li mantengono attivi e li portano a conoscere nuove cose mantengono allenato e in forma il proprio cervello» conclude Amy Kelley del Mount Sinai Hospital di New York.



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