29 aprile 2016
Aggiornamenti e focus, Speciale Mal di testa
Botulino: un aiuto anche contro il mal di testa
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Ridurre le rughe è solo uno dei risultati che si possono ottenere grazie al botulino. Gli esperti della American Academy of Neurology hanno approfondito la questione analizzando gli studi presenti in letteratura e hanno recentemente pubblicato una versione aggiornata delle linee guida sull'argomento con particolare attenzione a quattro condizioni: mal di testa, blefarospasmo, distonia cervicale e spasticità negli adulti.
«L'ultimo aggiornamento risale al 2008» esordisce David Simpson della Icahn School of Medicine al Mount Sinai di New York City, uno degli autori dell'aggiornamento ricordando che quello noto semplicemente come "botulino" è una neurotossina prodotta da un batterio. «Proprio la pubblicazione di nuovi studi sull'uso del botulino in presenza di queste condizioni di salute ci ha spinti a procedere con l'aggiornamento» continua l'autore che, assieme ai colleghi, ha preso in considerazione nello studio le quattro preparazioni di tossina botulinica disponibili negli Stati Uniti.
«Nella precedente revisione tutte le preparazioni sono state considerate insieme, ma ora siamo consapevoli delle differenze tra le diverse preparazioni e quindi abbiamo deciso di mantenerle separate nell'analisi» dice Simpson in un articolo riassuntivo pubblicato sulla rivista Neurology. Questi i risultati per quanto riguarda il mal di testa: la preparazione OnaBoNT-A è efficace e dovrebbe essere offerta come opzione per aumentare il numero di giorni liberi da mal di testa e inoltre è on buona probabilità efficace e dovrebbe essere presa in considerazione per migliorare la qualità di vita in chi soffre di emicrania cronica, ovvero presente per oltre 15 giorni al mese e con durata superiore a quattro ore per ciascun episodio.
«Nel caso di emicrania episodica la stessa preparazione non è efficace e non dovrebbe essere offerta come opzione di trattamento e probabilmente è inefficace anche nel mal di testa tensivi» spiegano gli autori che poi concludono: «Indipendentemente dal livello di certezza delle raccomandazioni è fondamentale ricordare che la tossina botulinica serve per curare i sintomi della malattia, ma non la modifica nella sua storia clinica o progressione».
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