08 settembre 2016
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Invecchiare sereni: i consigli dell’esperto
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Che la vecchiaia in Italia fosse un tabù lo aveva già rilevato Concita de Gregorio nel suo libro del 2011 «Così è la vita» (Einaudi), sottolineando quanto la rincorsa alla cancellazione delle rughe con la chirurgia estetica e la negazione del tempo che passa siano quasi un obbligo morale nei confronti degli altri. Non c'è una formula per affrontare serenamente la vecchiaia, soprattutto in un contesto socio-culturale come quello nostrano, ma gli "esperti della mente" sono sempre pronti a suggerirci qualche sano espediente per evitare di incorrere nella depressione senile e in tutto ciò che ne consegue.
«Il primo passo importante è quello di avere uno stile di vita in cui ci si tiene in allenamento sia dal punto di vista fisico che mentale», ha spiega Ferdinando Pellergino, psichiatra e psicoterapeuta di formazione integrata. «Noi andiamo verso un modo di vedere la vita anziana più positivo rispetto al passato, nonostante l'incognita delle varie patologie in cui si potrebbe incorrere superati i cinquant'anni». Oggi grazie alle medicine e alle terapie, anche di tipo cognitivo, «la prospettiva del futuro è migliorata e questo rappresenta una realtà clinica».
A un certo punto, però, la vecchiaia potrebbe farsi sentire nelle sue peculiarità negative, ma «è inutile porsi dei limiti dal punto di vista psicologico». Spieghiamo meglio: «È preferibile immaginarsi orizzonti più vasti perché questo aiuta anche ad affrontare eventuali patologie fisiche». Chi si butta giù ripiegandosi su se stesso attendendo il "giorno finale" è destinato a vivere una senilità difficile e faticosa.
«Poi è ovvio che se io a settant'anni pretendo di fare l'adolescente non va bene, ma è anche vero che dopo i cinquant'anni c'è quasi un ritorno all'adolescenza e potenzialmente uno spirito migliore verso il futuro».
Arrivando ai rapporti interpersonali degli anziani, anche con l'altro sesso, viene in mente la casistica di coppie in cui l'uomo è in età avanzata e la donna è giovane. A tal proposito Carl Gustav Jung, psichiatra, psicoanalista e antropologo svizzero, diceva: «Quando [...] un vecchio e benemerito studioso settantenne abbandona la famiglia per sposare un'attricetta dai capelli rossi, noi sappiamo che gli dèi hanno mietuto un'altra vittima». Ironia a parte - perché Jung alla fine è stato anche un grande scrittore - il tema è sempre attualissimo e non smette di creare dibattito tra i clinici e il pubblico.
«Il discorso è più complesso di come sembra, infatti sto vedendo sempre più situazioni in cui la donna trentenne guarda l'uomo più grande e anche casi di donne anziane che ritrovano l'amore in partner molto più giovani». Ci sono dei distinguo da fare: «Se ci sono degli affetti seri e ci sono delle condizioni che permettono alle persone di vivere delle relazioni affettive positive e sane», non c'è nulla di cui preoccuparsi e non è il caso di ravvisare psicopatologie dove non esistono. «Mi è capitato, nel corso della mia lunga esperienza clinica, di vedere felicemente in coppia donne trentenni con uomini sessantenni, che hanno trovato una completezza rispetto a carenze affettive».
Tornando ora al tema centrale che ci siamo posti all'inizio - l'invecchiamento e come affrontarlo con serenità - Pellegrino consiglia senza mezze misure di pensare in maniera ottimistica: «Bisogna imparare a essere contenti del presente, ad avere rispetto di sé, del proprio corpo, e a non smettere di fare progetti per il futuro».
Maria Elena Capitanio
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