10 marzo 2006
Aggiornamenti e focus
Cola un naso su cinque
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Le ultime dall'allergia vengono da un'indagine condotta da Eurisko, che ha sondato un campione piuttosto consistente: 14000 persone dai 15 anni di età in su, 1000 per Regione. Meglio togliere la suspence da subito: il risultato è che di allergia (di diversa natura) soffre in sostanza poco meno di un italiano su cinque (il 20%). Al campione, però sono state poste diverse domande. Per cominciare, a quale età è cominciato il disturbo, quali sono i sintomi che avverte e di preferenza quando; poi, se i disturbi allergici compromettono e in quale misura la qualità della vita.
Il 19% degli italiani significa 9 milioni di persone, che non è certo un dato trascurabile e, in parziale contraddizione con i discorsi sulla qualità dell'ambiente esterno e indoor, non ci sono grandi differenze tra una regione e l'altra. Più colpite sono le donne, che contano per il 61% di coloro che hanno risposto di soffrire di pruriti, riniti e altro. La quota più consistente di sofferenti (pari al 58%) ha meno di 44 anni, anche se un quarto ha superato i 55 anni. Quindi un disturbo molto frequente tra i giovani, che magari tende ad attenuarsi con l'età ma non in modo clamoroso. Indubbiamente si tratta anche di una condizione cronica, visto che in media dura da 14 anni.
Viene anche confermata un'intuizione abbastanza recente in fatto di meccanismi dell'allergia, e cioè che in realtà, anche se vi sono periodi in cui tutte le manifestazioni divengono più acute, in chi è allergico l'infiammazione, anche se a basso livello, c'è più o meno sempre (flogosi minima persistente). Infatti, a fronte del 70% di persone che dichiara di soffrire soprattutto da marzo a maggio (periodo di fioritura) il 21% dice di essere "nel mirino" tutto l'anno. Ma quanto pesa essere allergici? Pesa, pesa: oltre la metà del campione dichiara nell'ordine di sentirsi stanco, poco efficiente nelle diverse occupazioni e irritabile. Leggermente più basso il dato relativo all'astenia (debolezza, scarsa resistenza) al 43%. Lavoro e studi sono colpiti di conseguenza: il 40% parla di difficoltà di concentrazione e di difficoltà a condurre a termine le proprie mansioni. In pratica soltanto il 15% dice di non risentire nella vita quotidiana dei sintomi. Questi ultimi, peraltro, riguardano principalmente le vie aeree e in particolare il naso. Il 67% denuncia starnuti, il 56% lacrimazione e prurito oculare, il 35% rinorrea (il naso che cola), il 21% il classico naso chiuso. Per un buon 16% si arriva addirittura alle difficoltà respiratorie. Molto più contenute le manifestazioni cutanee (orticaria, ponfi e arrossamenti), che riguardano poco meno di una persona su 10.
L'allergia, infine, "presenta il conto" soprattutto al mattino: infatti starnuti e rinorrea, per il 51% del campione, si concentrano in questi momento della giornata. La ragione non è chiara, nel senso che è noto come la fisiologia osservi un vero e proprio orario, soprattutto in fatto di picchi ormonali. La melatonina, per esempio, viene liberata soprattutto attorno alle 21. Al mattino, ci sarebbe invece una brusca variazione del cortisolo.
Chissà che ressa dal medico, vista la diffusione del disturbo, si potrebbe pensare. Invece, non è così: solo un terzo degli allergici si è rivolto al proprio curante negli ultimi 12 mesi o pensa di consultarlo in futuro. La spiegazione l'ha fornita Claudio Cricelli, presidente della Società Italiana di Medicina Generale:" I pazienti allergici non ci interpellano perché sono convinti che l'unico rimedio che potremmo prescrivere sono gli antistaminici, di cui temono uno degli effetti collaterali: la sonnolenza. In linea di massima preferiscono ricorrere ai decongestionanti per uso locale, gli spray, insomma". Però non è proprio l'approccio ottimale, senza contare che gli antistaminici più recenti sono molto meno fastidiosi da questo punto di vista.
Gianluca Casponi
Salute oggi:
...e inoltre su Dica33:
Il 19% degli italiani significa 9 milioni di persone, che non è certo un dato trascurabile e, in parziale contraddizione con i discorsi sulla qualità dell'ambiente esterno e indoor, non ci sono grandi differenze tra una regione e l'altra. Più colpite sono le donne, che contano per il 61% di coloro che hanno risposto di soffrire di pruriti, riniti e altro. La quota più consistente di sofferenti (pari al 58%) ha meno di 44 anni, anche se un quarto ha superato i 55 anni. Quindi un disturbo molto frequente tra i giovani, che magari tende ad attenuarsi con l'età ma non in modo clamoroso. Indubbiamente si tratta anche di una condizione cronica, visto che in media dura da 14 anni.
Soprattutto le vie aeree
Viene anche confermata un'intuizione abbastanza recente in fatto di meccanismi dell'allergia, e cioè che in realtà, anche se vi sono periodi in cui tutte le manifestazioni divengono più acute, in chi è allergico l'infiammazione, anche se a basso livello, c'è più o meno sempre (flogosi minima persistente). Infatti, a fronte del 70% di persone che dichiara di soffrire soprattutto da marzo a maggio (periodo di fioritura) il 21% dice di essere "nel mirino" tutto l'anno. Ma quanto pesa essere allergici? Pesa, pesa: oltre la metà del campione dichiara nell'ordine di sentirsi stanco, poco efficiente nelle diverse occupazioni e irritabile. Leggermente più basso il dato relativo all'astenia (debolezza, scarsa resistenza) al 43%. Lavoro e studi sono colpiti di conseguenza: il 40% parla di difficoltà di concentrazione e di difficoltà a condurre a termine le proprie mansioni. In pratica soltanto il 15% dice di non risentire nella vita quotidiana dei sintomi. Questi ultimi, peraltro, riguardano principalmente le vie aeree e in particolare il naso. Il 67% denuncia starnuti, il 56% lacrimazione e prurito oculare, il 35% rinorrea (il naso che cola), il 21% il classico naso chiuso. Per un buon 16% si arriva addirittura alle difficoltà respiratorie. Molto più contenute le manifestazioni cutanee (orticaria, ponfi e arrossamenti), che riguardano poco meno di una persona su 10.
In pochi dal medico
L'allergia, infine, "presenta il conto" soprattutto al mattino: infatti starnuti e rinorrea, per il 51% del campione, si concentrano in questi momento della giornata. La ragione non è chiara, nel senso che è noto come la fisiologia osservi un vero e proprio orario, soprattutto in fatto di picchi ormonali. La melatonina, per esempio, viene liberata soprattutto attorno alle 21. Al mattino, ci sarebbe invece una brusca variazione del cortisolo.
Chissà che ressa dal medico, vista la diffusione del disturbo, si potrebbe pensare. Invece, non è così: solo un terzo degli allergici si è rivolto al proprio curante negli ultimi 12 mesi o pensa di consultarlo in futuro. La spiegazione l'ha fornita Claudio Cricelli, presidente della Società Italiana di Medicina Generale:" I pazienti allergici non ci interpellano perché sono convinti che l'unico rimedio che potremmo prescrivere sono gli antistaminici, di cui temono uno degli effetti collaterali: la sonnolenza. In linea di massima preferiscono ricorrere ai decongestionanti per uso locale, gli spray, insomma". Però non è proprio l'approccio ottimale, senza contare che gli antistaminici più recenti sono molto meno fastidiosi da questo punto di vista.
Gianluca Casponi
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