10 marzo 2006
Aggiornamenti e focus
Un disturbo puntuale
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Il buongiorno non si vede dal mattino se si va incontro alla giornata con il naso congestionato e gocciolante e occhi lacrimosi in un concerto di starnuti. Non serve avere l'influenza per svegliarsi così: basta essere soggetti allergici, e in certi periodi dell'anno, se non sempre, la rinite diventa una croce da portare fin dalle prime ore del mattino.
Tecnicamente, la rinite è l'infiammazione delle mucose nasali provocata dalla risposta del sistema immunitario al contatto con una proteina esogena che viene riconosciuta come allergene. La reazione è provocata dai cosiddetti mediatori infiammatori come istamina, chinine, triptasi, chimasi ed eparina, e da una risposta mediata dall'immunoglobulina E (IgE). La reattività agli allergeni ha una componente genetica e, nei soggetti predisposti, l'esposizione a queste sostanze, attraverso le vie respiratorie, porta a una sensibilizzazione di tipo allergico. Ciò comporta la produzione di IgE specifiche anti-allergene che vengono esposte sulla superficie di alcune cellule del sistema immunitario presenti nella mucosa nasale. Quando l'allergene, per esempio un polline, viene inalato lega le IgE provocando il rilascio dei mediatori contenuti nelle cellule immunitarie e scatenando la reazione infiammatoria.
La sintomatologia interessa seni nasali, occhi, orecchie e gola, la combinazione dei sintomi caratterizza due tipologie di pazienti. In un caso si parla di sneezer and runner, cioè quelli che starnutiscono frequentemente, con muco acquoso e quindi naso gocciolante, prurito nasale, secrezione abbondante alternata a occlusione nasale e spesso congiuntivite. Gli altri sono i cosiddetti blockers cioè con ostruzione nasale, spesso grave, provocata da muco denso e catarroso che proviene dalla faringe, starnutiscono poco e non hanno congiuntivite.
A questa distinzione si aggiunge anche una classificazione prevista dalle linee guida ARIA (Rinite allergica e suo impatto sull'asma) basata sulle modalità con cui la rinite si manifesta. La forma intermittente presenta sintomi per meno di quattro giorni alla settimana o meno di quattro settimane all'anno; nella forma persistente, invece, i sintomi perdurano oltre i periodi indicati. Esiste poi una forma lieve che non influisce sul sonno e sulle attività quotidiane, mentre in quella moderata-grave ci sono interferenze nel sonno e nella quotidianità. Ma i sintomi si alternano anche su scala giornaliera: la rinite infatti è uno di quei disturbi su cui pesano i ritmi circadiani, e nella sua cronobiologia il momento peggiore è proprio il mattino. In uno studio, pubblicato alcuni anni fa, fu osservato che la frequenza di tosse e l'uso del fazzoletto nelle persone con rinite si concentrava proprio nelle prime ore della giornata dopo il risveglio dal sonno notturno. Nel 70% dei soggetti analizzati il naso chiuso o gocciolante e gli attacchi di tosse avvenivano in questa fase e l'oscillazione dei sintomi tra il giorno e la notte raggiungeva il 20%.
In molti casi, per intermittenza del disturbo, spesso a carattere stagionale, o per rifiuto dei farmaci antistaminici, si attende che il fenomeno passi senza intervenire o usando spray decongestionanti, ma è una strategia non priva di conseguenze. Nel breve termine la rinite allergica ha un impatto non trascurabile sulla qualità della vita: l'esacerbazione mattutina dei sintomi coincide con la fase più produttiva della giornata per chi studia e lavora. Nel lungo termine, si può verificare una cronicizzazione causata per esempio da un incremento della sensibilità a un numero crescente di allergeni. La terapia farmacologica oggi offre prodotti con sempre meno effetti collaterali, e va avviata dietro consulto del medico di famiglia che rappresenta il primo fronte per gestire il disturbo. Ma molto si può fare per prevenirla, considerando che chi vive in città o in ambienti inquinati è più a rischio. Si riducono i rischi dell'ambiente cosiddetto indoor cercando di ridurre al minimo la presenza di acari che si accumulano nella polvere e nei tessuti, e di forfora degli animali, curando la loro pulizia. Anche le muffe scatenano allergia, e tendono ad attecchire in luoghi umidi, anche sulla parete del box doccia rimasto bagnato. Per limitare i rischi dell'ambiente esterno, controllando il bollettino dei pollini, si possono evitare le ore di maggior concentrazione (tra le 5 e le 10 del mattino). E' utile anche cambiarsi gli abiti con cui si è stati all'aperto, far asciugare il bucato in casa, tenere puliti i filtri del condizionatore e, eventualmente, dedicarsi al giardinaggio muniti di mascherina con filtro antipolline.
Simona Zazzetta
Salute oggi:
...e inoltre su Dica33:
Tecnicamente, la rinite è l'infiammazione delle mucose nasali provocata dalla risposta del sistema immunitario al contatto con una proteina esogena che viene riconosciuta come allergene. La reazione è provocata dai cosiddetti mediatori infiammatori come istamina, chinine, triptasi, chimasi ed eparina, e da una risposta mediata dall'immunoglobulina E (IgE). La reattività agli allergeni ha una componente genetica e, nei soggetti predisposti, l'esposizione a queste sostanze, attraverso le vie respiratorie, porta a una sensibilizzazione di tipo allergico. Ciò comporta la produzione di IgE specifiche anti-allergene che vengono esposte sulla superficie di alcune cellule del sistema immunitario presenti nella mucosa nasale. Quando l'allergene, per esempio un polline, viene inalato lega le IgE provocando il rilascio dei mediatori contenuti nelle cellule immunitarie e scatenando la reazione infiammatoria.
Cronostoria di un disturbo
La sintomatologia interessa seni nasali, occhi, orecchie e gola, la combinazione dei sintomi caratterizza due tipologie di pazienti. In un caso si parla di sneezer and runner, cioè quelli che starnutiscono frequentemente, con muco acquoso e quindi naso gocciolante, prurito nasale, secrezione abbondante alternata a occlusione nasale e spesso congiuntivite. Gli altri sono i cosiddetti blockers cioè con ostruzione nasale, spesso grave, provocata da muco denso e catarroso che proviene dalla faringe, starnutiscono poco e non hanno congiuntivite.
A questa distinzione si aggiunge anche una classificazione prevista dalle linee guida ARIA (Rinite allergica e suo impatto sull'asma) basata sulle modalità con cui la rinite si manifesta. La forma intermittente presenta sintomi per meno di quattro giorni alla settimana o meno di quattro settimane all'anno; nella forma persistente, invece, i sintomi perdurano oltre i periodi indicati. Esiste poi una forma lieve che non influisce sul sonno e sulle attività quotidiane, mentre in quella moderata-grave ci sono interferenze nel sonno e nella quotidianità. Ma i sintomi si alternano anche su scala giornaliera: la rinite infatti è uno di quei disturbi su cui pesano i ritmi circadiani, e nella sua cronobiologia il momento peggiore è proprio il mattino. In uno studio, pubblicato alcuni anni fa, fu osservato che la frequenza di tosse e l'uso del fazzoletto nelle persone con rinite si concentrava proprio nelle prime ore della giornata dopo il risveglio dal sonno notturno. Nel 70% dei soggetti analizzati il naso chiuso o gocciolante e gli attacchi di tosse avvenivano in questa fase e l'oscillazione dei sintomi tra il giorno e la notte raggiungeva il 20%.
Strategie vincenti
In molti casi, per intermittenza del disturbo, spesso a carattere stagionale, o per rifiuto dei farmaci antistaminici, si attende che il fenomeno passi senza intervenire o usando spray decongestionanti, ma è una strategia non priva di conseguenze. Nel breve termine la rinite allergica ha un impatto non trascurabile sulla qualità della vita: l'esacerbazione mattutina dei sintomi coincide con la fase più produttiva della giornata per chi studia e lavora. Nel lungo termine, si può verificare una cronicizzazione causata per esempio da un incremento della sensibilità a un numero crescente di allergeni. La terapia farmacologica oggi offre prodotti con sempre meno effetti collaterali, e va avviata dietro consulto del medico di famiglia che rappresenta il primo fronte per gestire il disturbo. Ma molto si può fare per prevenirla, considerando che chi vive in città o in ambienti inquinati è più a rischio. Si riducono i rischi dell'ambiente cosiddetto indoor cercando di ridurre al minimo la presenza di acari che si accumulano nella polvere e nei tessuti, e di forfora degli animali, curando la loro pulizia. Anche le muffe scatenano allergia, e tendono ad attecchire in luoghi umidi, anche sulla parete del box doccia rimasto bagnato. Per limitare i rischi dell'ambiente esterno, controllando il bollettino dei pollini, si possono evitare le ore di maggior concentrazione (tra le 5 e le 10 del mattino). E' utile anche cambiarsi gli abiti con cui si è stati all'aperto, far asciugare il bucato in casa, tenere puliti i filtri del condizionatore e, eventualmente, dedicarsi al giardinaggio muniti di mascherina con filtro antipolline.
Simona Zazzetta
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