22 aprile 2005
Aggiornamenti e focus
Le allergie maturano
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Le stime dicono siano la terza causa di malattia cronica, dopo osteoporosi, artrosi e ipertensione. Si tratta delle allergie che anche quest'anno, puntualmente, con l'arrivo della primavera, hanno fatto capolino. Anzi, secondo gli esperti sarebbero particolarmente severe a causa di una concentrazione anomala di pollini nell'aria, dovuta a un inverno rigido, che non ha consentito di distribuirli nell'arco di diverse settimane. E così i sintomi diventano più acuti. Il problema tra l'altro riguarda ben 10 milioni di persone, più del 20% della popolazione. A confermarlo uno studio di confronto, pubblicato sul British Medical Journal, che ha preso in esame un periodo che va dal 1975 al 1998.
Passate ricerche si erano soffermate più sulle allergie tra i bambini, nella convinzione che fossero i più sensibili al problema, dicono i ricercatori. Da questo studio, invece, risulta evidente come gli adulti, uomini in particolare, stiano diventando sempre più suscettibili ai fenomeni allergici. E non sarebbe per fattori ambientali. Nello studio i ricercatori hanno confrontato i risultati di esami del sangue eseguiti di routine su 513 uomini di mezza età in tre differenti occasioni tra gli anni '70 e gli anni '90. Quindi hanno esaminato il grado di sensibilità agli allergeni più comuni, utilizzando una preparazione standard di 11 allergeni comuni: dal pelo di gatto al polline dell'erba, agli acari. Tutti piuttosto diffusi nelle abitazioni. I campioni risultati positivi a queste prove allergiche sono stati testati nuovamente per la positività alle immunoglobuline E, che sono i mediatori delle allergie, per tre allergeni: polline di erba, di un mix di alberi e pelo di gatto. E' stato così possibile riscontrare un'aumentata frequenza dei test di sensibilità risultati positivi con il passare del tempo. In particolare a ogni decade si riscontra un aumento del 4,5% delle prove positive: dal 30% dell'inizio del periodo di osservazione al 42% registrato al termine. Le ragioni sfuggono. E' evidente, però, una maggiore sensibilità sia ad allergeni esterni sia interni; è improbabile, perciò, che si tratti di una aumentata esposizione a specifici allergeni. Sembra da escludere anche che l'aumento sia dovuto alla diminuzione delle malattie infettive infantili. Che cosa resta? Difficile dirlo. Quello che è certo è una tendenza, negli ultimi 25 anni, al rialzo che non accenna a invertire rotta e che cresce al crescere dell'età. Oltretutto, concludono i ricercatori, il disturbo è sempre più maschile. Un ulteriore problema visto che gli uomini, si sa, sono più "allergici" alle cure mediche delle donne.
Marco Malagutti
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In aumento le allergie
Passate ricerche si erano soffermate più sulle allergie tra i bambini, nella convinzione che fossero i più sensibili al problema, dicono i ricercatori. Da questo studio, invece, risulta evidente come gli adulti, uomini in particolare, stiano diventando sempre più suscettibili ai fenomeni allergici. E non sarebbe per fattori ambientali. Nello studio i ricercatori hanno confrontato i risultati di esami del sangue eseguiti di routine su 513 uomini di mezza età in tre differenti occasioni tra gli anni '70 e gli anni '90. Quindi hanno esaminato il grado di sensibilità agli allergeni più comuni, utilizzando una preparazione standard di 11 allergeni comuni: dal pelo di gatto al polline dell'erba, agli acari. Tutti piuttosto diffusi nelle abitazioni. I campioni risultati positivi a queste prove allergiche sono stati testati nuovamente per la positività alle immunoglobuline E, che sono i mediatori delle allergie, per tre allergeni: polline di erba, di un mix di alberi e pelo di gatto. E' stato così possibile riscontrare un'aumentata frequenza dei test di sensibilità risultati positivi con il passare del tempo. In particolare a ogni decade si riscontra un aumento del 4,5% delle prove positive: dal 30% dell'inizio del periodo di osservazione al 42% registrato al termine. Le ragioni sfuggono. E' evidente, però, una maggiore sensibilità sia ad allergeni esterni sia interni; è improbabile, perciò, che si tratti di una aumentata esposizione a specifici allergeni. Sembra da escludere anche che l'aumento sia dovuto alla diminuzione delle malattie infettive infantili. Che cosa resta? Difficile dirlo. Quello che è certo è una tendenza, negli ultimi 25 anni, al rialzo che non accenna a invertire rotta e che cresce al crescere dell'età. Oltretutto, concludono i ricercatori, il disturbo è sempre più maschile. Un ulteriore problema visto che gli uomini, si sa, sono più "allergici" alle cure mediche delle donne.
Marco Malagutti
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