03 marzo 2004
Aggiornamenti e focus
Sesso: più il dialogo che il farmaco
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Il mercato dei farmaci per le disfunzioni sessuali ha una casella ancora da riempire: quella del rimedio per l'eiaculazione precoce. Al momento non esiste, infatti, trattamento farmacologico specificamente mirato al problema. A colmare questa lacuna sta pensando una grossa compagnia farmaceutica statunitense che, tramite le agenzie di stampa statunitensi, ha annunciato con clamore l'imminente arrivo, si parla del 2007, di questa pillola miracolosa.
Mentre è tutta da definire la reale efficacia farmacologica si può dare per scontato l'eventuale successo sul mercato, dove si parla di una nicchia attorno ai 2,5 miliardi di dollari l'anno. Il problema, del resto, riguarda secondo dati recenti il 26% dei maschi, in pratica uno su quattro. Ma di che cosa si tratta esattamente?
Si tratta di un disturbo sessuale del maschio che consiste nel raggiungere l'orgasmo costantemente in una fase molto precoce del rapporto sessuale. Ma quando è molto precoce?
Difficile dirlo e forse proprio questo rende il disturbo di difficile inquadramento. Non si può tener conto dell'aspetto temporale, né del numero di spinte coitali, né del piacere raggiunto dal partner. Rimane come unico parametro la capacità del soggetto di controllare il riflesso eiaculatorio una volta raggiunto l'apice dell'eccitazione. Oltretutto la causa ben difficilmente è organica, legata, per esempio, a infiammazioni delle vie urogenitali, a malattie neurologiche o all'uso di farmaci, casi nei quali la soluzione è a portata di mano rimuovendo la causa per così dire esterna. Altrimenti?
Le cause sono in gran parte psicologiche, si tratterebbe cioè di un tentativo di difendersi dall'ansia generata dalla sessualità. Un'ansia nella quale interagiscono molti fattori. È questa la ragione per cui i farmaci di uso più comune sono gli antidepressivi, gli inibitori della ricaptazione della serotonina (SSRI) in particolare, in virtù di un loro effetto collaterale, l'eiaculazione ritardata. Ma si tratta di farmaci con evidenti svantaggi. Intanto l'assunzione cronica ha tra gli effetti collaterali il rischio di perdita di libido. Il nuovo farmaco, ribattezzato LI 301, andrebbe a colmare queste lacune grazie a un effetto anestetico che riduce l'intensità delle sensazioni, senza per questo condizionare né la funzione sessuale né l'orgasmo. Come questo possa accadere non è stato ancora chiarito, ecco perché le prime reazioni degli esperti sono di cautela. La sua efficacia dipende - sostiene Michael O'Leary, urologo di Harvard - da quanto specifico è il farmaco sui recettori cerebrali. Si tratta perciò di aspettare, avvalendosi delle soluzioni per ora disponibili e tenendo presenti i rischi insiti in una eccessiva medicalizzazione di questi problemi. Anche perché "il segreto di una buona relazione sessuale - come sostiene Jim Pollard, direttore di Male Health - è innanzitutto nella comunicazione tra i due partner".
Marco Malagutti
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Mentre è tutta da definire la reale efficacia farmacologica si può dare per scontato l'eventuale successo sul mercato, dove si parla di una nicchia attorno ai 2,5 miliardi di dollari l'anno. Il problema, del resto, riguarda secondo dati recenti il 26% dei maschi, in pratica uno su quattro. Ma di che cosa si tratta esattamente?
Precoce cioè?
Si tratta di un disturbo sessuale del maschio che consiste nel raggiungere l'orgasmo costantemente in una fase molto precoce del rapporto sessuale. Ma quando è molto precoce?
Difficile dirlo e forse proprio questo rende il disturbo di difficile inquadramento. Non si può tener conto dell'aspetto temporale, né del numero di spinte coitali, né del piacere raggiunto dal partner. Rimane come unico parametro la capacità del soggetto di controllare il riflesso eiaculatorio una volta raggiunto l'apice dell'eccitazione. Oltretutto la causa ben difficilmente è organica, legata, per esempio, a infiammazioni delle vie urogenitali, a malattie neurologiche o all'uso di farmaci, casi nei quali la soluzione è a portata di mano rimuovendo la causa per così dire esterna. Altrimenti?
Tutto comincia nella psiche
Le cause sono in gran parte psicologiche, si tratterebbe cioè di un tentativo di difendersi dall'ansia generata dalla sessualità. Un'ansia nella quale interagiscono molti fattori. È questa la ragione per cui i farmaci di uso più comune sono gli antidepressivi, gli inibitori della ricaptazione della serotonina (SSRI) in particolare, in virtù di un loro effetto collaterale, l'eiaculazione ritardata. Ma si tratta di farmaci con evidenti svantaggi. Intanto l'assunzione cronica ha tra gli effetti collaterali il rischio di perdita di libido. Il nuovo farmaco, ribattezzato LI 301, andrebbe a colmare queste lacune grazie a un effetto anestetico che riduce l'intensità delle sensazioni, senza per questo condizionare né la funzione sessuale né l'orgasmo. Come questo possa accadere non è stato ancora chiarito, ecco perché le prime reazioni degli esperti sono di cautela. La sua efficacia dipende - sostiene Michael O'Leary, urologo di Harvard - da quanto specifico è il farmaco sui recettori cerebrali. Si tratta perciò di aspettare, avvalendosi delle soluzioni per ora disponibili e tenendo presenti i rischi insiti in una eccessiva medicalizzazione di questi problemi. Anche perché "il segreto di una buona relazione sessuale - come sostiene Jim Pollard, direttore di Male Health - è innanzitutto nella comunicazione tra i due partner".
Marco Malagutti
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