29 luglio 2005
Aggiornamenti e focus
Orticaria sconfitta senza megadosi
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Nel 60% dei casi in cui di un'orticaria non si capiscono le origini, e quindi sarebbe da definire idiopatica, in realtà è un disturbo autoimmune. Il meccanismo che sottende all'orticaria cronica autoimmune è correlato alla presenza di immunoglobuline IgG che agiscono contro altre immunoglobuline, le IgE, o verso il recettore per le IgE presente sulla superficie dei mastociti cutanei e dei basofili. In ogni caso, c'è un fattore in grado di indurre la liberazione d'istamina da parte di tali cellule.
Si tratta di una forma refrattaria alla terapia tradizionale a base di antistaminici, ma alcuni studi hanno dimostrato che il trattamento con immunoglobuline a dosi elevate, somministrate per via endovenosa, dà risultati incoraggianti. L'intento di uno studio più recente è stato valutare gli effetti sul lungo termine di una terapia con dosi più basse, somministrate una sola volta al mese al mese per lungi periodi.Gli autori hanno selezionato 29 pazienti con sintomi quotidiani di orticaria e/o angioedema. Tutti i pazienti hanno dimostrato reazioni positive al test intradermico con campioni di siero autologo. Nel 90% dei casi (26 pazienti) il trattamento con le immunoglobuline riduceva significativamente la frequenza e la gravità dei sintomi, con una riduzione dl dosaggio degli antistaminici orali. La remissione completa è stata osservata nel 66,5% dei pazienti e nella maggior parte dei casi c'era una ridotta attività di rilascio di istamina sui test intradermici ripetuti rispetto a quelli eseguiti all'inizio dello studio. In due casi era stato necessario proseguire la terapia per 21 sessioni fino a ottenere la totale remissione, in un caso, e solo un paio di episodi al mese, nell'altro. Rispetto ai sintomi quotidiani rilevati all'inizio era un ottimo esito.
Gli eventi avversi erano rari, e il trattamento è stato sospeso solo in un paziente in quanto aveva avuto reazioni sistemiche durante l'infusione, con tachicardia, dispnea, e arrossamento del viso. In altri tre casi gli effetti negativi sono scomparsi dopo la prima somministrazione.Altro elemento interessante emerso era l'efficacia sul lungo termine. Dei 19 pazienti che hanno completato il periodo di wash-out post-trattamento di un anno, solo uno aveva avuto una ricaduta, per altro rientrata dopo la ripresa del trattamento.Si tratta di un piccolo studio, presentato al XIX Congresso della World Allergy Organization, che non ha certo un'immediata ricaduta clinica, tuttavia, dati i risultati incoraggianti è auspicabile che vengano fatti ulteriori studi controllati contro placebo, in larga scala e in doppio cieco per confermare tali benefici.
Simona Zazzetta
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La pelle sta meglio
Si tratta di una forma refrattaria alla terapia tradizionale a base di antistaminici, ma alcuni studi hanno dimostrato che il trattamento con immunoglobuline a dosi elevate, somministrate per via endovenosa, dà risultati incoraggianti. L'intento di uno studio più recente è stato valutare gli effetti sul lungo termine di una terapia con dosi più basse, somministrate una sola volta al mese al mese per lungi periodi.Gli autori hanno selezionato 29 pazienti con sintomi quotidiani di orticaria e/o angioedema. Tutti i pazienti hanno dimostrato reazioni positive al test intradermico con campioni di siero autologo. Nel 90% dei casi (26 pazienti) il trattamento con le immunoglobuline riduceva significativamente la frequenza e la gravità dei sintomi, con una riduzione dl dosaggio degli antistaminici orali. La remissione completa è stata osservata nel 66,5% dei pazienti e nella maggior parte dei casi c'era una ridotta attività di rilascio di istamina sui test intradermici ripetuti rispetto a quelli eseguiti all'inizio dello studio. In due casi era stato necessario proseguire la terapia per 21 sessioni fino a ottenere la totale remissione, in un caso, e solo un paio di episodi al mese, nell'altro. Rispetto ai sintomi quotidiani rilevati all'inizio era un ottimo esito.
Poche ricadute
Gli eventi avversi erano rari, e il trattamento è stato sospeso solo in un paziente in quanto aveva avuto reazioni sistemiche durante l'infusione, con tachicardia, dispnea, e arrossamento del viso. In altri tre casi gli effetti negativi sono scomparsi dopo la prima somministrazione.Altro elemento interessante emerso era l'efficacia sul lungo termine. Dei 19 pazienti che hanno completato il periodo di wash-out post-trattamento di un anno, solo uno aveva avuto una ricaduta, per altro rientrata dopo la ripresa del trattamento.Si tratta di un piccolo studio, presentato al XIX Congresso della World Allergy Organization, che non ha certo un'immediata ricaduta clinica, tuttavia, dati i risultati incoraggianti è auspicabile che vengano fatti ulteriori studi controllati contro placebo, in larga scala e in doppio cieco per confermare tali benefici.
Simona Zazzetta
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