09 maggio 2008
Aggiornamenti e focus
Diagnosi preimpianto: ora si può
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"Queste nuove linee guida sono il frutto di un lavoro rigoroso finalizzato a due precisi obiettivi: la piena e corretta applicazione della legge 40 e la necessità di fornire idonee e puntuali indicazioni agli operatori sanitari alla luce delle nuove risultanze cliniche e del mutato quadro di riferimento giuridico scaturito da ripetuti interventi della magistratura sulle precedenti linee guida". Questo il commento del Ministro della Salute Livia Turco a margine della pubblicazione in Gazzetta ufficiale, il 30 aprile scorso, dell'aggiornamento delle linee guida alla legge 40. Un aggiornamento che non ha mancato di sollevare polemiche.
Le principali novità delle nuove linee guida, attuate avvalendosi dell'Istituto Superiore di sanità e previo parere del Consiglio superiore di sanità, sono tre:
"Abbiamo recepito le indicazioni mirate ad ampliare la possibilità di ricorrere alla fecondazione assistita anche per quei soggetti positivi a virus di malattie sessualmente trasmissibili - ha spiegato il Ministro - per i quali è stato riconosciuto uno stato di infertilità di fatto e che da oggi potranno avere dei figli senza correre il rischio di infettare la partner e il nascituro stesso". In più "abbiamo dato - aggiunge il Ministro - una risposta a quanti, operatori e cittadini, richiedevano chiarezza sulla possibilità di effettuare diagnosi preimpianto, chiarendo che le linee guida, in quanto tali, non possono prevedere divieti che non siano già contemplati nella legge stessa. Per questo il nuovo testo delle linee guida non contempla più la limitazione alla sola diagnosi osservazionale, mantenendo comunque il divieto di qualsiasi diagnosi a fini eugenetici così come previsto dall'articolo 13 della legge 40. E ciò in coerenza con l'evoluzione dell'ordinamento, testimoniata da diversi pronunciamenti della magistratura, sia ordinaria che amministrativa, e in particolare quello del Tar del Lazio che ha annullato la parte delle precedenti linee guida in cui si limitano le indagini sullo stato di salute dell'embrione a quelle di tipo osservazionale". Infine conclude il Ministro "abbiamo altresì accolto le indicazioni a implementare il sostegno psicologico alle donne e alle coppie che accedono alle tecniche di procreazione assistita, in tutto il percorso assistenziale, prima, durante e dopo l'effettuazione delle tecniche o anche a seguito del loro fallimento". Ora la palla passa al nuovo governo.
Marco Malagutti
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Quali novità
Le principali novità delle nuove linee guida, attuate avvalendosi dell'Istituto Superiore di sanità e previo parere del Consiglio superiore di sanità, sono tre:
- la possibilità di ricorrere alle tecniche di procreazione medicalmente assistita (PMA) viene estesa anche alla coppia in cui l'uomo sia portatore di malattie virali sessualmente trasmissibili, e in particolare del virus HIV e di quelli delle epatiti B e C, riconoscendo che tali condizioni siano assimilabili ai casi di infertilità per i quali è concesso il ricorso alla PMA. In questi casi c'è infatti un elevato rischio di infezione per la madre e il feto conseguente a rapporti sessuali non protetti con il partner sieropositivo. Un rischio che, di fatto, preclude la possibilità di avere un figlio a queste coppie;
- l'indicazione che ogni centro per la PMA debba assicurare la presenza di un adeguato sostegno psicologico alla coppia, predisponendo la possibilità di una consulenza da parte di uno psicologo adeguatamente formato nel settore;
- l'eliminazione dei commi delle precedenti linee guida che limitavano la possibilità di indagine a quella di tipo osservazionale e ciò a seguito delle recenti sentenze di diversi tribunali e in particolare di quella del TAR Lazio dell'ottobre 2007. Questa sentenza come è noto ha infatti annullato le linee guida precedenti proprio in questa parte, ritenendo tale limite non coerente con quanto disposto dalla legge 40.
Il commento del Ministro
"Abbiamo recepito le indicazioni mirate ad ampliare la possibilità di ricorrere alla fecondazione assistita anche per quei soggetti positivi a virus di malattie sessualmente trasmissibili - ha spiegato il Ministro - per i quali è stato riconosciuto uno stato di infertilità di fatto e che da oggi potranno avere dei figli senza correre il rischio di infettare la partner e il nascituro stesso". In più "abbiamo dato - aggiunge il Ministro - una risposta a quanti, operatori e cittadini, richiedevano chiarezza sulla possibilità di effettuare diagnosi preimpianto, chiarendo che le linee guida, in quanto tali, non possono prevedere divieti che non siano già contemplati nella legge stessa. Per questo il nuovo testo delle linee guida non contempla più la limitazione alla sola diagnosi osservazionale, mantenendo comunque il divieto di qualsiasi diagnosi a fini eugenetici così come previsto dall'articolo 13 della legge 40. E ciò in coerenza con l'evoluzione dell'ordinamento, testimoniata da diversi pronunciamenti della magistratura, sia ordinaria che amministrativa, e in particolare quello del Tar del Lazio che ha annullato la parte delle precedenti linee guida in cui si limitano le indagini sullo stato di salute dell'embrione a quelle di tipo osservazionale". Infine conclude il Ministro "abbiamo altresì accolto le indicazioni a implementare il sostegno psicologico alle donne e alle coppie che accedono alle tecniche di procreazione assistita, in tutto il percorso assistenziale, prima, durante e dopo l'effettuazione delle tecniche o anche a seguito del loro fallimento". Ora la palla passa al nuovo governo.
Marco Malagutti
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