Variabili di un lieto evento

12 maggio 2006
Aggiornamenti e focus

Variabili di un lieto evento



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L'incontro tra un ovulo e uno spermatozoo per dar vita a un embrione si direbbe cosa fisiologica e semplice. In realtà non è così probabile che accada e, anche a volerlo far accadere con l'intervento esterno, non è detto che l'incontro vada a buon fine. Le variabili che influenzano l'evento sono molte e poco identificate e identificabili, e uno sforzo che gli esperti stanno facendo è di dare un nome a ognuna di esse cercando, quando è possibile, di neutralizzarle.

Cilecca in vitro


Il ricorso alle terapie per intervenire sull'infertilità interessa il 14% degli europei, e la metà di loro arriva alla fecondazione in vitro (FIVET), ma nonostante i progressi delle metodiche, solo un quinto dei cicli di trattamento arriva con successo al parto. Ma questo sembra non dipendere dalla diagnosi di infertilità o dal metodo, ma da elementi esterni ai motivi specifici che hanno portato la coppia alla fecondazione assistita. Per aumentare le probabilità, infatti, si impiantano più embrioni per ciclo, con l'implicito rischio di gravidanze multiple, non certo esenti da altri rischi per la salute di madre e nascituro. In Inghilterra, i ricercatori del Dipartimento di Ginecologia e Ostetricia, dell'università di Aberdeen, hanno preso in considerazione la possibilità che due fattori possano influire: i livelli di vitamina B e la genetica. Apparentemente distanti, in realtà interagiscono perché il gene preso in considerazione (MTHFR) codifica per una molecola che entra nel ciclo dei folati (una sostanza del gruppo delle vitamine B) che produce e metabolizza l'omocisteina. Bassi livelli di vitamina B e aumentati livelli di omocisteina sono associati alla perdita precoce della gravidanza. Al contrario, concentrazioni elevate di acido folico sono state associate a una maggiore probabilità di gravidanza gemellare. L'embrione nelle fasi precoci dello sviluppo ha un assoluto bisogno di folati che ottiene da fonti esogene, ma a sua volta l'utilizzo efficace delle vitamine del gruppo B dipendono dalle variazioni genetiche che interessano gli enzimi coinvolti nel loro metabolismo. Quindi la vitalità dell'embrione dopo la fertilizzazione in vitro dipende sia dalla disponibilità di vitamine B nel periodo precedente il prelievo degli ovuli, sia dal genotipo legato al metabolismo delle vitamine B. Infatti la maggior parte dei gemelli nati da FIVET sono dizigoti, cioè sono il risultato della sopravvivenza di due embrioni trasferiti.

Probabilità oscillanti


Gli accertamenti sono stati condotti su 602 donne che si sottoponevano alla FIVET; 932 donne, che avevano concepito naturalmente, rappresentavano il controllo; tutte si sono prestate all'analisi del genotipo dei geni coinvolti nel metabolismo delle vitamine B. Tramite questionario sono stati verificati i livelli di assunzione di folati con l'alimentazione o con integratori, ed è stata poi misurata la loro concentrazione nel sangue. I dati non hanno evidenziato un'associazione significativa tra le quantità di vitamine B assunte o presenti nel sangue con la gravidanza, il tasso di nati vivi o le gravidanze perse dopo la FIVET. Tuttavia, sono stati registrati un aumentato rischio di aborto con l'aumento delle concentrazioni di omociscteina e un'associazione significativa tra l'assunzione dei folati e le nascite gemellari. Dall'analisi genetica si capiva che il gene MTHFR era legato alla fertilità, in particolare la variante MTHFR 1298. La combinazione in omozigosi delle due copie del gene cioè AA e CC, comportava due effetti molto diversi: le donne con genotipo CC avevano probabilità significativamente inferiore di avere una gravidanza vitale e di partorire un figlio vivo dopo la FIVET, rispetto a quelle con genotipo AA. Anche con un altra variante del MTHFR, la C677T, si verificavano questi effetti. In questo caso la combinazione eterozigote CT aveva maggiori chance rispetto all'omozigosi CC. E' evidente quindi che il genotipo di MTHFR influisce sul potenziale di fertilità materno e sulla possibilità di produrre embrioni sani. Chiaramente la genetica della singola persona è un dato di fatto, ma sul fronte dei folati si può inoltre intervenire per ridurre la probabilità di gravidanze gemellari, raccomandando di non eccedere con i folati e rispettando i dosaggi indicati.

Simona Zazzetta



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