06 ottobre 2004
Aggiornamenti e focus, Speciale Benessere delle gambe
Gambe inquiete in gravidanza
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La sindrome della gambe senza riposo (Restless Legs Syndrome o RLS), è una di quelle condizioni per le quali è difficile indicare cause precise (ancor meno cure) ma delle quali si può stabilire sia la frequenza sia le condizioni che ne favoriscono la comparsa. E a questo proposito è uno studio italiano a indicare la gravidanza come uno dei possibili "grilletti" che fanno scattare la sindrome. Questa è piuttosto facile a descriversi: si tratta della spinta incontrollabile a muovere le gambe, a sua volta determinata da sensazioni fastidiose o strane agli arti inferiori. Di solito si presenta quando si è a riposo, seduti, per esempio, ma anche coricati e, a volte, fa compiere durante il sonno movimenti improvvisi che causano il risveglio. Quanto sia diffusa non è facile stabilirlo ma, stando agli studi condotti finora, ne soffre una parte della popolazione generale compresa tra il 3 e il 15% della popolazione generale (l'8% negli Stati Uniti, dove le statistiche non mancano su nulla). Quello che invece si sa con certezza è che quando i sintomi sono rilevanti viene compromessa la qualità del sonno e, di conseguenza, la vigilanza e il benessere durante il giorno, quando non si giunge a vere e proprie forme di insonnia.
Tra le possibili cause della sindrome entra anche il deficit di ferro, come prova il fatto che nelle persone colpite gli indicatori delle riserve di questo minerale risultano più bassi della popolazione sana. E qui entra lo studio italiano, che ha analizzato una platea di 642 donne in attesa, sulle quali è stata condotta una visita strutturata e l'analisi dei principali indicatori ematochimici. Nel 26% di queste donne è stato possibile diagnosticare la RLS in base ai criteri internazionali (senso di fastidio alle gambe, diminuzione del disagio muovendo gli arti, aggravamento dei sintomi alla sera). Le gestanti colpite mostravano poi segni di deficienza di ferro, pur avendo ricevuto i supplementi nutrizionali del caso (per esempio i folati) esattamente come quelle esenti dal disturbo. Nel gruppo colpito, il disturbo si era presentato attorno al sesto mese di gestazione, raggiungendo l'acme al settimo-ottavo. Nei controlli successivi (a 1, 3 e 6 mesi dal parto) i ricercatori hanno però registrato una drastica diminuzione e in pratica la scomparsa del disturbo.
Il legame tra RLS e gravidanza era già stato notato, ma questo, condotto all'ospedale San Raffaele di Milano, è stato il primo a condotto in base ai criteri di diagnosi internazionali e con un follow-up così lungo. Inoltre è la prima volta che viene dimostrato un deficit di ferro tra le cause della sindrome, o almeno di questa che colpisce durante la gravidanza. Viene anche confermato il ruolo dell'età: le neomamme affette erano più anziane. Tuttavia lo studio, sottolineano gli autori, apre anche un altro interrogativo perché, se dopo il parto nella stragrande maggioranza dei casi il disturbo spariva, allora è probabile che almeno per questa forma entrino in gioco anche fattori ormonali. Infatti il bilancio endocrino della donna subisce durante la gravidanza un'autentica rivoluzione che, dopo il parto, rientra più o meno rapidamente. In definitiva, la mamma attempata tenga presente che può anche presentarsi questo disturbo, ma che quasi sempre è autolimitante. Per alleviare il disagio, visto che non è il caso di ricorrere a farmaci (alcuni antiparkinsoniani sono stati impiegati con un certo successo) si possono limitare i danni evitando gli eccitanti più comuni come il caffè ma anche il cioccolato, il te e le bevande tipo cola.
Maurizio Imperiali
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Tra le possibili cause della sindrome entra anche il deficit di ferro, come prova il fatto che nelle persone colpite gli indicatori delle riserve di questo minerale risultano più bassi della popolazione sana. E qui entra lo studio italiano, che ha analizzato una platea di 642 donne in attesa, sulle quali è stata condotta una visita strutturata e l'analisi dei principali indicatori ematochimici. Nel 26% di queste donne è stato possibile diagnosticare la RLS in base ai criteri internazionali (senso di fastidio alle gambe, diminuzione del disagio muovendo gli arti, aggravamento dei sintomi alla sera). Le gestanti colpite mostravano poi segni di deficienza di ferro, pur avendo ricevuto i supplementi nutrizionali del caso (per esempio i folati) esattamente come quelle esenti dal disturbo. Nel gruppo colpito, il disturbo si era presentato attorno al sesto mese di gestazione, raggiungendo l'acme al settimo-ottavo. Nei controlli successivi (a 1, 3 e 6 mesi dal parto) i ricercatori hanno però registrato una drastica diminuzione e in pratica la scomparsa del disturbo.
Ferro ma anche ormoni
Il legame tra RLS e gravidanza era già stato notato, ma questo, condotto all'ospedale San Raffaele di Milano, è stato il primo a condotto in base ai criteri di diagnosi internazionali e con un follow-up così lungo. Inoltre è la prima volta che viene dimostrato un deficit di ferro tra le cause della sindrome, o almeno di questa che colpisce durante la gravidanza. Viene anche confermato il ruolo dell'età: le neomamme affette erano più anziane. Tuttavia lo studio, sottolineano gli autori, apre anche un altro interrogativo perché, se dopo il parto nella stragrande maggioranza dei casi il disturbo spariva, allora è probabile che almeno per questa forma entrino in gioco anche fattori ormonali. Infatti il bilancio endocrino della donna subisce durante la gravidanza un'autentica rivoluzione che, dopo il parto, rientra più o meno rapidamente. In definitiva, la mamma attempata tenga presente che può anche presentarsi questo disturbo, ma che quasi sempre è autolimitante. Per alleviare il disagio, visto che non è il caso di ricorrere a farmaci (alcuni antiparkinsoniani sono stati impiegati con un certo successo) si possono limitare i danni evitando gli eccitanti più comuni come il caffè ma anche il cioccolato, il te e le bevande tipo cola.
Maurizio Imperiali
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