15 aprile 2005
Aggiornamenti e focus
Senza ferro mamme distanti
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Si stima che l'8% delle donne occidentali sia carente di ferro. Si tratta di donne, adolescenti in particolare, che mangiano poca carne, pollo o pesce o che diventano completamente vegetariane rischiando così, in particolar modo, di esaurire le riserve di ferro. Gli effetti sono significativi. Il ferro è essenziale per il corretto funzionamento dell'emoglobina, responsabile del trasporto dell'ossigeno a tutte le cellule dell'organismo. Il problema riguarda in particolare le donne in gravidanza. Se durante il periodo di gestazione, infatti, le riserve sono basse, la richiesta supplementare di ferro dovuta alla rapida crescita del bambino, durante gli ultimi mesi di gestazione, potrebbe determinare uno stato di carenza potenzialmente in grado di rallentare la crescita cerebrale del nascituro. Non solo. Secondo uno studio appena presentato a una conferenza statunitense, la carenza di ferro potrebbe incrinare il legame affettivo con il neonato. Risultato? Il bambino si dimostra, crescendo, più freddo e distaccato verso la madre.
Non è il primo studio ad andare in questa direzione, dice la responsabile della ricerca. Gia in precedenza una condizione di anemia delle neo-mamme era stata associata a depressione post-partum oltreché a un calo nella memoria delle gestanti. Ora viene introdotto un elemento nuovo: è sufficiente una condizione anemica, anche non troppo accentuata e facilmente correggibile, per destabilizzare il rapporto nascente e le interazioni tra mamma e figlio. Ma come è possibile? Lo studio, il primo a focalizzarsi su questo aspetto del rapporto madre/figlio, ha preso in considerazione 64 donne sudafricane identificate con una carenza media di ferro dopo il parto e 31 con normali scorte di ferro. Alla decima settimana post-parto le donne e i loro bambini sono state ripresi mentre interagivano normalmente. Alla metà delle donne anemiche è stata successivamente somministrata una supplementazione di ferro. Dopodiché a nove mesi di distanza le mamme sono nuovamente state riprese "in azione" coi loro piccoli. L'analisi dei videotape ha evidenziato una differente "disponibilità emotiva" tra le donne con carenze di ferro prese in esame che sono risultate meno disponibili, più spesso distaccate e annoiate nel rapporto con i figli. Per esempio le madri anemiche erano meno sensibili al pianto del bambino e meno disposte a lasciare guidare ai bambini l'interazione. Come risultato anche i bambini a nove mesi di distanza sono risultati più distaccati e freddi con le loro madri, comportandosi in modo meno ricettivo e coinvolto rispetto ai coetanei. Una cosa è certa - concludono i ricercatori - le neomamme farebbero bene a tenere sotto controllo il livello del ferro. Ne va del loro rapporto con il nascituro.
Marco Malagutti
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Lo studio
Non è il primo studio ad andare in questa direzione, dice la responsabile della ricerca. Gia in precedenza una condizione di anemia delle neo-mamme era stata associata a depressione post-partum oltreché a un calo nella memoria delle gestanti. Ora viene introdotto un elemento nuovo: è sufficiente una condizione anemica, anche non troppo accentuata e facilmente correggibile, per destabilizzare il rapporto nascente e le interazioni tra mamma e figlio. Ma come è possibile? Lo studio, il primo a focalizzarsi su questo aspetto del rapporto madre/figlio, ha preso in considerazione 64 donne sudafricane identificate con una carenza media di ferro dopo il parto e 31 con normali scorte di ferro. Alla decima settimana post-parto le donne e i loro bambini sono state ripresi mentre interagivano normalmente. Alla metà delle donne anemiche è stata successivamente somministrata una supplementazione di ferro. Dopodiché a nove mesi di distanza le mamme sono nuovamente state riprese "in azione" coi loro piccoli. L'analisi dei videotape ha evidenziato una differente "disponibilità emotiva" tra le donne con carenze di ferro prese in esame che sono risultate meno disponibili, più spesso distaccate e annoiate nel rapporto con i figli. Per esempio le madri anemiche erano meno sensibili al pianto del bambino e meno disposte a lasciare guidare ai bambini l'interazione. Come risultato anche i bambini a nove mesi di distanza sono risultati più distaccati e freddi con le loro madri, comportandosi in modo meno ricettivo e coinvolto rispetto ai coetanei. Una cosa è certa - concludono i ricercatori - le neomamme farebbero bene a tenere sotto controllo il livello del ferro. Ne va del loro rapporto con il nascituro.
Marco Malagutti
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