25 maggio 2007
Aggiornamenti e focus, Speciale Salute del respiro
Meglio al bisogno
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Il trattamento dell'asma è relativamente semplice in sé, ma complicato dalle numerose presentazioni della malattia, che possono determinare cambiamenti dello schema di assunzione dei farmaci, oltre che dei dosaggi. I farmaci sono sostanzialmente due classi: gli steroidi (cortisonici) e I broncodilatatori, soprattutto short acting, a breve durata dell'azione. I primi agiscono spegnendo l'infiammazione dei bronchi, una delle componenti fondamentali dell'asma, e contribuendo alla dilatazione dei bronchi stessi, i broncodilatatori, ormai prevalentemente i cosiddetti beta2-agonisti, agiscono soltanto sulla muscolatura bronchiale, provocandone il rilassamento.
Nel caso dell'asma lieve ma persistente, si era stabilito che la soluzione migliore fosse una terapia regolare, quotidiana, basata su steroidi inalatori, associata o meno a un broncodilatatore, mentre si riteneva meno efficace l'uso di questo o quel farmaco solo al momento della crisi (cioè la terapia al bisogno). A cambiare la prospettiva viene oggi uno studio multicentrico italiano, pubblicato sul New England Medical Journal. I ricercatori hanno messo a confronto quattro schemi terapeutici: la somministrazione regolare di un steroide, il beclometasone, la somministrazione regolare di beclometasone e albuterolo, la somministrazione al bisogno di solo albuterolo e la somministrazione al bisogno di albuterolo e beclometasone associati in un solo inalatore. Il fatto che i farmaci impiegati fossero solo due è fondamentale, perché le eventuali differenze sarebbero state attribuibili soltanto allo schema adottato e alle modalità di somministrazione.
Per l'indagine sono state arruolate circa 500 persone, assegnate in modo casuale a uno o all'altro trattamento. L'andamento del disturbo è stato controllato valutando il picco di flusso espiratorio forzato,alla sera e al mattino e la capacità vitale forzata, insomma valutazioni spirometriche; inoltre si è contato il numero di episodi acuti cui i pazienti sono andati incontro, distinguendo tra gravi e lievi, e altri fenomeni i9mportanti come i risvegli notturni.
Lo studio è durato sei mesi, e nelle prime quattro settimane tutti hanno ricevuto un trattamento regolare con lo steroide più il broncodilatatore al bisogno. Alla valutazione finale si è osservata una marcata differenza in termini di test spirometrici tra la somministrazione al bisogno di beclometasone e albuterolo con un unico inalatore e la terapia al bisogno con il solo albuterolo, lo schema in assoluto meno efficace.
Non c'erano invece differenze significative statisticamente tra i risultati ottenuti con la terapia combinata al bisogno e gli schemi di trattamento regolare. Anzi, nello schema che prevedeva steroide e broncodilatatore due volte al giorno tutti i giorni si osservava un aumento delle riacutizzazioni. Un indizio che l'uso regolare di broncodilalatatori, nell'asma lieve, può avere più svantaggi che vantaggi, come era stato segnalato anche in studi precedenti. Il risultato ottenuto da questo studio (battezzato BEST, beclomethasone plus salbutamol treatment) apre una prospettiva di trattamento molto più vantaggiosa per il paziente, che a questo punto non ha più l'assillo delle inalazioni giornaliere, è sufficiente che provveda all'assunzione quando si accorge che il fiato si accorcia, e complessivamente assume una dose inferiore di steroidi.Buone notizie, insomma.
Andrea Mandelli
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Un caso particolare
Nel caso dell'asma lieve ma persistente, si era stabilito che la soluzione migliore fosse una terapia regolare, quotidiana, basata su steroidi inalatori, associata o meno a un broncodilatatore, mentre si riteneva meno efficace l'uso di questo o quel farmaco solo al momento della crisi (cioè la terapia al bisogno). A cambiare la prospettiva viene oggi uno studio multicentrico italiano, pubblicato sul New England Medical Journal. I ricercatori hanno messo a confronto quattro schemi terapeutici: la somministrazione regolare di un steroide, il beclometasone, la somministrazione regolare di beclometasone e albuterolo, la somministrazione al bisogno di solo albuterolo e la somministrazione al bisogno di albuterolo e beclometasone associati in un solo inalatore. Il fatto che i farmaci impiegati fossero solo due è fondamentale, perché le eventuali differenze sarebbero state attribuibili soltanto allo schema adottato e alle modalità di somministrazione.
Per l'indagine sono state arruolate circa 500 persone, assegnate in modo casuale a uno o all'altro trattamento. L'andamento del disturbo è stato controllato valutando il picco di flusso espiratorio forzato,alla sera e al mattino e la capacità vitale forzata, insomma valutazioni spirometriche; inoltre si è contato il numero di episodi acuti cui i pazienti sono andati incontro, distinguendo tra gravi e lievi, e altri fenomeni i9mportanti come i risvegli notturni.
Meno impegno e meno farmaco
Lo studio è durato sei mesi, e nelle prime quattro settimane tutti hanno ricevuto un trattamento regolare con lo steroide più il broncodilatatore al bisogno. Alla valutazione finale si è osservata una marcata differenza in termini di test spirometrici tra la somministrazione al bisogno di beclometasone e albuterolo con un unico inalatore e la terapia al bisogno con il solo albuterolo, lo schema in assoluto meno efficace.
Non c'erano invece differenze significative statisticamente tra i risultati ottenuti con la terapia combinata al bisogno e gli schemi di trattamento regolare. Anzi, nello schema che prevedeva steroide e broncodilatatore due volte al giorno tutti i giorni si osservava un aumento delle riacutizzazioni. Un indizio che l'uso regolare di broncodilalatatori, nell'asma lieve, può avere più svantaggi che vantaggi, come era stato segnalato anche in studi precedenti. Il risultato ottenuto da questo studio (battezzato BEST, beclomethasone plus salbutamol treatment) apre una prospettiva di trattamento molto più vantaggiosa per il paziente, che a questo punto non ha più l'assillo delle inalazioni giornaliere, è sufficiente che provveda all'assunzione quando si accorge che il fiato si accorcia, e complessivamente assume una dose inferiore di steroidi.Buone notizie, insomma.
Andrea Mandelli
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