27 febbraio 2009
Aggiornamenti e focus
Dieta di longevità
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La dieta mediterranea protegge dall'insorgenza di molte malattie croniche, specie quelle legate all'invecchiamento, però deve essere rigorosa. Chi è più disciplinato nel seguire un'alimentazione davvero mediterranea vivrà, infatti, più a lungo e senza perdere lucidità mentale. Lo dimostrano i risultati di uno studio italiano, dai quali emerge come i benefici maggiori di un regime dietetico corretto si manifestano nella minore incidenza di Parkinson e Alzheimer, malattie tipiche della vecchiaia.
I ricercatori dell'Università di Firenze, Francesco Sofi, Francesca Cesari, Rosanna Abbate, Gian Franco Gensini, Alessandro Casini, specializzati in nutrizione clinica e medicina interna, hanno realizzato una tabella per quantificare il grado di adesione al regime alimentare di tipo mediterraneo. Fatta la griglia era possibile confrontare tra loro molti studi, assegnando tramite questa tabella, un punteggio indicativo del grado di aderenza alla dieta mediterranea.In pratica gli esperti fiorentini hanno diviso gli alimenti in due gruppi: quelli considerati parte di una dieta mediterranea corretta (vegetali, frutta, legumi, cereali, pesce, modeste quantità di vino rosso ai pasti) e quelli che invece andrebbero evitati (carni rosse, formaggi e latticini). A ciascun alimento "mediterraneo" consumato in quantità superiori al valore mediano atteso (in base al sesso dei partecipanti) era assegnato il valore 1, mentre se il consumo era inferiore alla mediana il punteggio era zero. Stessi valori, zero e uno, sono stati assegnati anche ai cibi "non mediterranei" ma con il criterio inverso: zero se il consumo superava la mediana, uno se invece si manteneva al di sotto di essa. In questo modo il punteggio finale raggiungibile da ciascun partecipante oscillava tra zero, per i disordinati, e 7-9 per i più rigorosi nelle scelte alimentari. Il team di esperti fiorentini ha eseguito una metanalisi di 12 studi di coorte, prospettici, che avevano indagato la relazione tra adesione alla dieta mediterranea, mortalità e incidenza di patologie croniche in prevenzione primaria. Nel loro complesso gli studi riguardavano un totale di 1.574.299 di partecipanti, seguiti per un arco di tempo minimo di 3,7 anni fino a un massimo di 18 anni. Per ciascuna di queste ricerche gli esperti italiani hanno calcolato la votazione raggiunta dai partecipanti nel corso degli anni.
La dieta mediterranea, a patto di seguire il regime autentico, si conferma alleata di una vita lunga e salutare, riducendo la mortalità complessiva, l'incidenza della demenza di Alzheimer e della malattia di Parkinson ma anche i decessi per cause cardiovascolari, l'incidenza dei tumori, le morti per cancro, L'analisi statistica cumulativa dei risultati dei 12 studi internazionali ha dimostrato che per ogni incremento di 2 punti, nella votazione data all'aderenza alla dieta, determina una riduzione del 9% della mortalità complessiva, del 9% della mortalità per cause cardiovascolari, una diminuzione del 6% dell'incidenza e della mortalità per neoplasie, e soprattutto una di munizione del 13% dell'incidenza di Alzheimer e Parkinson. Come dire che seguendo un'alimentazione salutare il cervello è quello che ci guadagna di più, cosa che peraltro sostenevano già i Latini...
Un ulteriore incentivo a mantenere, o recuperare, i piatti della cucina tradizionale: pesce, verdure, frutta, riso, pasta e pizza, conditi solo con olio di oliva, limitando al minimo le distrazioni verso cibi ipercalorici ma poveri di nutrienti.
Elisabetta Lucchesini
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I dettagli operativi
I ricercatori dell'Università di Firenze, Francesco Sofi, Francesca Cesari, Rosanna Abbate, Gian Franco Gensini, Alessandro Casini, specializzati in nutrizione clinica e medicina interna, hanno realizzato una tabella per quantificare il grado di adesione al regime alimentare di tipo mediterraneo. Fatta la griglia era possibile confrontare tra loro molti studi, assegnando tramite questa tabella, un punteggio indicativo del grado di aderenza alla dieta mediterranea.In pratica gli esperti fiorentini hanno diviso gli alimenti in due gruppi: quelli considerati parte di una dieta mediterranea corretta (vegetali, frutta, legumi, cereali, pesce, modeste quantità di vino rosso ai pasti) e quelli che invece andrebbero evitati (carni rosse, formaggi e latticini). A ciascun alimento "mediterraneo" consumato in quantità superiori al valore mediano atteso (in base al sesso dei partecipanti) era assegnato il valore 1, mentre se il consumo era inferiore alla mediana il punteggio era zero. Stessi valori, zero e uno, sono stati assegnati anche ai cibi "non mediterranei" ma con il criterio inverso: zero se il consumo superava la mediana, uno se invece si manteneva al di sotto di essa. In questo modo il punteggio finale raggiungibile da ciascun partecipante oscillava tra zero, per i disordinati, e 7-9 per i più rigorosi nelle scelte alimentari. Il team di esperti fiorentini ha eseguito una metanalisi di 12 studi di coorte, prospettici, che avevano indagato la relazione tra adesione alla dieta mediterranea, mortalità e incidenza di patologie croniche in prevenzione primaria. Nel loro complesso gli studi riguardavano un totale di 1.574.299 di partecipanti, seguiti per un arco di tempo minimo di 3,7 anni fino a un massimo di 18 anni. Per ciascuna di queste ricerche gli esperti italiani hanno calcolato la votazione raggiunta dai partecipanti nel corso degli anni.
Il verdetto finale
La dieta mediterranea, a patto di seguire il regime autentico, si conferma alleata di una vita lunga e salutare, riducendo la mortalità complessiva, l'incidenza della demenza di Alzheimer e della malattia di Parkinson ma anche i decessi per cause cardiovascolari, l'incidenza dei tumori, le morti per cancro, L'analisi statistica cumulativa dei risultati dei 12 studi internazionali ha dimostrato che per ogni incremento di 2 punti, nella votazione data all'aderenza alla dieta, determina una riduzione del 9% della mortalità complessiva, del 9% della mortalità per cause cardiovascolari, una diminuzione del 6% dell'incidenza e della mortalità per neoplasie, e soprattutto una di munizione del 13% dell'incidenza di Alzheimer e Parkinson. Come dire che seguendo un'alimentazione salutare il cervello è quello che ci guadagna di più, cosa che peraltro sostenevano già i Latini...
Un ulteriore incentivo a mantenere, o recuperare, i piatti della cucina tradizionale: pesce, verdure, frutta, riso, pasta e pizza, conditi solo con olio di oliva, limitando al minimo le distrazioni verso cibi ipercalorici ma poveri di nutrienti.
Elisabetta Lucchesini
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