Misteriosa melatonina

11 marzo 2005
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Misteriosa melatonina



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Quella della melatonina è sicuramente una storia controversa. Decantata da tempo come un rimedio naturale ai problemi di insonnia, oggi è venduta come integratore alimentare e non è registrata come farmaco in nessuno stato membro della comunità europea. In Italia la si può trovare presso alcuni fornitori di materie prime e il farmacista se ne può approvvigionare con un semplice ordine, dispensandola come galenico magistrale dietro presentazione di ricetta medica. Ma funziona davvero? E' quello che si sono chiesti dei ricercatori del MIT, partendo dall'osservazione che esistono discrepanze anche nel definire che cosa sia buono o cattivo sonno. Per questo hanno messo insieme le informazioni derivate da 17 studi sull'argomento, rispondenti a rigidi criteri. I risultati? La melatonina sembrerebbe efficace e sicura, ma a conferma della sua innata controversia, due notiziari on line statunitensi hanno tratto dallo studio soluzioni opposte. La chiave, comunque, sembrerebbe il dosaggio.

Il ruolo del dosaggio


Già precedenti ricerche avevano evidenziato come sia sufficiente una piccola dose di melatonina per avere un buon riposo. Bastano - dissero i ricercatori in un editoriale del BMJ - dai 2 ai 5 milligrammi di questa sostanza, quando si va a letto il primo giorno dopo il viaggio e nei successivi due o quattro giorni, per assestare i propri ritmi al nuovo fuso orario. Una parte della melatonina che si assume per via orale viene distrutta, un'altra parte viene metabolizzata dal fegato e si trasforma in idrossimelatonina. Presa in quella quantità facilita il sonno e rende più facile addormentarsi anche dopo i risvegli notturni, tipici dell'età più avanzata. I ricercatori segnalano, invece, che la melatonina è disponibile in commercio a dosaggi 10 volte superiori. Un problema, perché a quel dosaggio dopo un po' di giorni non è più efficace, visto che i recettori cerebrali non rispondono più. Da qui i pregiudizi sulla sostanza e sulla sua inefficacia nonché una serie di effetti collaterali come l'ipotermia. Ma tornando alla metanalisi, la cattiva fama della melatonina viene smentita. Come premesso i 17 studi considerati dovevano ottemperare a una serie di criteri come l'essere controllati contro placebo o includere misure oggettive su almeno sei soggetti. I ricercatori del MIT hanno riscontrato in alcuni studi il "vizio" di ricorrere a dosaggi eccessivi, ma la ricerca evidenzia effetti benefici statisticamente significativi sul sonno. La melatonina, infatti, tenuto conto della soggettività degli aspetti considerati, diminuisce il tempo d'attesa del sonno, di quattro minuti in media, e aumenta l'efficienza e la durata totale del riposo, fino a 12,8 minuti in più. L'ormone, perciò, può avere un ruolo nella terapia dell'insonnia in particolare per gli individui più anziani o con anormale secrezione. Quanto alle modalità di somministrazione e al dosaggio saranno necessarie ulteriori ricerche, per avere finalmente una risposta.

Marco Malagutti



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