11 marzo 2005
Aggiornamenti e focus, Speciale Depressione
Notti bianche se c'è depressione
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Oltre ai problemi legati all’infezione, i soggetti colpiti da HIV sembrano soffrire anche di insonnia, e la causa principale potrebbe essere proprio la depressione. Negli anni si sono susseguiti diverse ricerche in merito e i ricercatori del St. Mary’s Hospital di Londra li hanno passati in rassegna per comprendere meglio quale fosse la correlazione reale tra queste condizioni. Ne hanno presi in considerazione 29 e, malgrado un’ampia variazione di metodi e qualità, in tutti l’insonnia era riportata frequentemente e a tutti gli stadi dell’infezione da HIV.
In effetti, sostengono gli autori del lavoro, la prevalenza di ansia e depressione riportata in associazione all’infezione è tale da non sorprendere che i disturbi psichiatrici siano legati ai disturbi del sonno. Generalmente, infatti, i pazienti in fase avanzata dell’infezione con la malattia conclamata (AIDS) e quelli che hanno avuto conseguenze a livello del cervello hanno maggiori probabilità di soffrire di insonnia.
I primi studi, sulla base dell’elettroencefalogramma, suggerivano che in questi pazienti si verificavano delle variazioni nel periodo REM (rapid eyes movement) del sonno, i cambi di ritmo del sonno interessavano anche fasi non REM, e con molte probabilità avrebbero portato a insonnia. Tuttavia questi studi non erano particolarmente soddisfacenti per il numero di partecipanti troppo basso e per risultati a volte non coerenti.
Le ricerche più recenti, invece, facevano affidamento sulle informazioni riportate direttamente dai pazienti sulle loro abitudini del sonno e gli eventuali disturbi, incluso se avevano difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno, se avevano incubi, se erano stanchi durante il giorno e se avevano assunto farmaci per facilitare il sonno. Con questo strumento di indagine sono state riscontrate coerenza e una relazione forte tra i problemi psicologici, in particolare la depressione, e l’insonnia. Apparentemente non sembrava che la carica virale o altri aspetti dell’infezione fossero fattori di rischio per il problema, a meno che le malattie correlate all’infezione non lo fossero. Inoltre, è stato preso in considerazione come possibile causa di insonnia, quale effetto collaterale, l’uso della terapia antiretrovirale. In realtà pochi studi si erano occupati di questo effetto avverso e, a eccezione del farmaco efavirenz, non ci sono sufficienti prove per sostenere questa ipotesi.
Alla luce di queste osservazioni, gli autori consigliano di prestare una maggior attenzione nel considerare l’insonnia nei pazienti affetti da HIV. E anziché curare l’insonnia in sé e per sé, sarebbe opportuno prendere in considerazione una possibile diagnosi e quindi cura dell’ansia o della depressione come forma di prevenzione e cura dell’insonnia.
Simona Zazzetta
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In effetti, sostengono gli autori del lavoro, la prevalenza di ansia e depressione riportata in associazione all’infezione è tale da non sorprendere che i disturbi psichiatrici siano legati ai disturbi del sonno. Generalmente, infatti, i pazienti in fase avanzata dell’infezione con la malattia conclamata (AIDS) e quelli che hanno avuto conseguenze a livello del cervello hanno maggiori probabilità di soffrire di insonnia.
Insonnia, depressione e ansia
I primi studi, sulla base dell’elettroencefalogramma, suggerivano che in questi pazienti si verificavano delle variazioni nel periodo REM (rapid eyes movement) del sonno, i cambi di ritmo del sonno interessavano anche fasi non REM, e con molte probabilità avrebbero portato a insonnia. Tuttavia questi studi non erano particolarmente soddisfacenti per il numero di partecipanti troppo basso e per risultati a volte non coerenti.
Le ricerche più recenti, invece, facevano affidamento sulle informazioni riportate direttamente dai pazienti sulle loro abitudini del sonno e gli eventuali disturbi, incluso se avevano difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno, se avevano incubi, se erano stanchi durante il giorno e se avevano assunto farmaci per facilitare il sonno. Con questo strumento di indagine sono state riscontrate coerenza e una relazione forte tra i problemi psicologici, in particolare la depressione, e l’insonnia. Apparentemente non sembrava che la carica virale o altri aspetti dell’infezione fossero fattori di rischio per il problema, a meno che le malattie correlate all’infezione non lo fossero. Inoltre, è stato preso in considerazione come possibile causa di insonnia, quale effetto collaterale, l’uso della terapia antiretrovirale. In realtà pochi studi si erano occupati di questo effetto avverso e, a eccezione del farmaco efavirenz, non ci sono sufficienti prove per sostenere questa ipotesi.
Alla luce di queste osservazioni, gli autori consigliano di prestare una maggior attenzione nel considerare l’insonnia nei pazienti affetti da HIV. E anziché curare l’insonnia in sé e per sé, sarebbe opportuno prendere in considerazione una possibile diagnosi e quindi cura dell’ansia o della depressione come forma di prevenzione e cura dell’insonnia.
Simona Zazzetta
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