13 marzo 2009
Aggiornamenti e focus, Speciale Depressione
Depressione, lei rischia doppio
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La depressione è in costante aumento: se tra i 14 e i 44 anni costituisce la prima causa di disfunzionalità, in generale sono soprattutto le donne a essere colpite, in misura doppia degli uomini. Come riporta il DSM IV, la prevalenza femminile in età adulta è del 10-25% contro il 5-12% maschile, la probabilità di un episodio depressivo entro i 70 anni del 45% contro il 27%. Un disagio specie femminile ancor più avvertito in realtà fortemente urbanizzate dove incide la vita stressante, non a caso più del 10% dei milanesi ha un episodio depressivo all'anno, le donne al 70%, 320.000 hanno disturbi d'ansia e 20-25.000 attacchi di panico. Ma le cause sono diverse e nelle donne compartecipano elementi "penalizzanti" di genere e altri fattori, genetici o climatico-stagionali che le rendono più sensibili, ma anche sociali per cambiamenti di ruolo che comportano stress fisico ed emotivo. "La depressione oggi però si può curare in modo efficace, bisogna imparare a riconoscere i segnali e rivolgersi, vincendo il senso di vergogna, a operatori e centri specialistici" afferma Francesca Merzagora, presidente di ONDA (Osservatorio nazionale sulla salute della Donna) che ha promosso a Milano un incontro intitolato appunto "Depressione femminile: impariamo a combatterla".
"Per depressioni e disturbi dell'umore" sottolinea Ughetta Radice Fossati, vicepresidente di Progetto Itaca, Associazione di Volontari per la Salute mentale" riceviamo 15.000 richieste d'aiuto telefoniche all'anno: ma spesso queste forme sono riconosciute e trattate con forte ritardo, anche perché chi ne soffre tende a isolarsi". Il numero verde (800.274.274) è l'unico a estensione nazionale specifico per la psichiatria e rivolto in particolare a depressione, ansia attacchi di panico, anoressia e bulimia, in aiuto anche dei familiari. Ma quali sono le caratteristiche della depressione femminile? "Ha una prevalenza due-tre volte quella maschile ed è diversa" spiega Claudio Mencacci, direttore Dipartimento Neuroscienze-Centro Depressione Donna A.O. Fatebenefratelli-Oftalmico-Melloni di Milano "per maggiore presenza di sintomi soprattutto somatici, come dolorabilità diffusa, mal di schiena, fibromialgia, stanchezza, e poi di disturbi del sonno o dell'appetito; per episodi più lunghi e più cronicità; per maggiore sensibilità a eventi stressanti; più frequente comorbilità, soprattutto con l'ansia". I sintomi sono somatici, cognitivi (disturbi di attenzione e memoria, di concentrazione), comportamentali (perdita d'interesse, irritabilità, autoisolamento, disturbi dell'alimentazione), affettivi (disaffettività, assenza di desiderio sessuale). "La frequenza" riprende Mencacci "ha un andamento legato alla produzione degli ormoni estroprogestinici (non c'è sovrapposizione nell'uomo rispetto al testosterone) ed esiste quindi un legame, a cominciare dal menarca, con fasi come quelle pre-mestruali, la gravidanza, il climaterio, fino al decadimento cognitivo in età avanzata. C'è un ruolo dei neurosteroidi, che agiscono sulla comunicazione tra cellule, come il BDNF, c'è un'alterazione della neurogenesi, nell'episodio depressivo si perdono cellule nervose". Vari i fattori biologici coinvolti, da carenze di neurotrasmettitori a riduzione degli effetti benefici dell'estrogeno quando cala (come in peri-menopausa) in termini di stimolazione cerebrale e potenziamento della trasmissione nervosa.
Esiste insomma un concerto cervello-sistema riproduttivo: ma nella depressione non intervengono solo fattori biologici, c'è un'interdipendenza con altri di tipo psicologico e socio-culturale. Questo vale anche per una situazione di vulnerabilità come la gravidanza, che richiede particolare attenzione perché ci possono essere conseguenze per il figlio e la coppia; il rischio di depressione è soprattutto nel primo trimestre e nel post-partum, per via dei cambiamenti ormonali, ed è spesso associato ad altri disturbi come quelli del sonno e l'ansia (più frequente nel terzo trimestre). Progetto Itaca vuole impegnarsi in particolare nella prevenzione e nel supporto alle donne con questo problema in gravidanza e nel post-partum, e punta a coordinare le strutture interessate presenti a Milano; il Centro del Fatebenefratelli sta anche facendo ricerca per identificare fattori di rischio meno noti di depressione nel post-partum, e presto si inaugurerà il Centro Psiche Donna. Quanto alle cure, ci sono trattamenti farmacologici da scegliere in base al profilo di depressione e/o psicoterapici, utile intervenire anche sullo stile di vita e sulle situazioni stressanti correggibili. "Le prescrizioni di antidepressivi aumentano" commenta Mencacci "ma troppe donne ancora non si curano". Bisogna sapere che curarsi si può, ma bisogna volerlo.
Elettra Vecchia
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Fattori biologici, psicologici, socio-culturali
"Per depressioni e disturbi dell'umore" sottolinea Ughetta Radice Fossati, vicepresidente di Progetto Itaca, Associazione di Volontari per la Salute mentale" riceviamo 15.000 richieste d'aiuto telefoniche all'anno: ma spesso queste forme sono riconosciute e trattate con forte ritardo, anche perché chi ne soffre tende a isolarsi". Il numero verde (800.274.274) è l'unico a estensione nazionale specifico per la psichiatria e rivolto in particolare a depressione, ansia attacchi di panico, anoressia e bulimia, in aiuto anche dei familiari. Ma quali sono le caratteristiche della depressione femminile? "Ha una prevalenza due-tre volte quella maschile ed è diversa" spiega Claudio Mencacci, direttore Dipartimento Neuroscienze-Centro Depressione Donna A.O. Fatebenefratelli-Oftalmico-Melloni di Milano "per maggiore presenza di sintomi soprattutto somatici, come dolorabilità diffusa, mal di schiena, fibromialgia, stanchezza, e poi di disturbi del sonno o dell'appetito; per episodi più lunghi e più cronicità; per maggiore sensibilità a eventi stressanti; più frequente comorbilità, soprattutto con l'ansia". I sintomi sono somatici, cognitivi (disturbi di attenzione e memoria, di concentrazione), comportamentali (perdita d'interesse, irritabilità, autoisolamento, disturbi dell'alimentazione), affettivi (disaffettività, assenza di desiderio sessuale). "La frequenza" riprende Mencacci "ha un andamento legato alla produzione degli ormoni estroprogestinici (non c'è sovrapposizione nell'uomo rispetto al testosterone) ed esiste quindi un legame, a cominciare dal menarca, con fasi come quelle pre-mestruali, la gravidanza, il climaterio, fino al decadimento cognitivo in età avanzata. C'è un ruolo dei neurosteroidi, che agiscono sulla comunicazione tra cellule, come il BDNF, c'è un'alterazione della neurogenesi, nell'episodio depressivo si perdono cellule nervose". Vari i fattori biologici coinvolti, da carenze di neurotrasmettitori a riduzione degli effetti benefici dell'estrogeno quando cala (come in peri-menopausa) in termini di stimolazione cerebrale e potenziamento della trasmissione nervosa.
Trattamenti da scegliere in base al singolo caso
Esiste insomma un concerto cervello-sistema riproduttivo: ma nella depressione non intervengono solo fattori biologici, c'è un'interdipendenza con altri di tipo psicologico e socio-culturale. Questo vale anche per una situazione di vulnerabilità come la gravidanza, che richiede particolare attenzione perché ci possono essere conseguenze per il figlio e la coppia; il rischio di depressione è soprattutto nel primo trimestre e nel post-partum, per via dei cambiamenti ormonali, ed è spesso associato ad altri disturbi come quelli del sonno e l'ansia (più frequente nel terzo trimestre). Progetto Itaca vuole impegnarsi in particolare nella prevenzione e nel supporto alle donne con questo problema in gravidanza e nel post-partum, e punta a coordinare le strutture interessate presenti a Milano; il Centro del Fatebenefratelli sta anche facendo ricerca per identificare fattori di rischio meno noti di depressione nel post-partum, e presto si inaugurerà il Centro Psiche Donna. Quanto alle cure, ci sono trattamenti farmacologici da scegliere in base al profilo di depressione e/o psicoterapici, utile intervenire anche sullo stile di vita e sulle situazioni stressanti correggibili. "Le prescrizioni di antidepressivi aumentano" commenta Mencacci "ma troppe donne ancora non si curano". Bisogna sapere che curarsi si può, ma bisogna volerlo.
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